Storiella

<< Senti, lo so che magari penserai esattamente il contrario o magari mi manderai al diavolo, ma non credo che questo sia il modo giusto di affrontare la cosa, Cassy.>>
In effetti era proprio quello che stavo per fare, mandarlo al diavolo. Andrew sembrava spaventato come al soloito. Se non bastasse, a contribuire c'erano i suoi occhioni da cerbiatto ed il fisico mingherlino che ti facevano credere che anche un leggero soffio di vento se lo potesse portare via con se.
Ma entrambi sapevamo che se lui non amasse l'avventura e il pericolo, non sarebbe stato qui con me a quest'ora.
<<te l'ho ripetuto già un milione di volte. Se hai intenzione di lamentati per tutto il tempo e di fare il fifone, beh... ecco dov'è la porta.>>
Ora metterà sicuramente il broncio <<io non mi sto lamentando, ma credimi che oggi qui qualcosa non quadra. Ho una sensazione strana e non riesco a levarmela di dosso da quando siamo entrati.>>
Andrew cominciò a strofinarsi il mento con fare pensoso. Non era un buon segno, lo fa solo quando è davvero preoccupato. <<andiamo, non esagerare. Sarà perché ti trovi a scuola a notte fonda ed è buio pesto. Mi chiedo perché non abbiamo pensato di portarci delle torce elettriche...>> eh si sarebbero state davvero utili per evitare di inciampare sui nostri piedi. Ed invece ci dovevamo accontentare dello schermo del mio cellulare.
<<ti prometto che non ci vorrà più di un paio di minuti, il tempo di entrare negli archivi, cambiare i documenti e ce la svignamo. Sai che è importante.>>
Dovevo mettere a posto una piccola faccenda... Stavo per essere sospesa e questo mi avrebbe portato ad un'espulsione certa, di nuovo. Ma non volevo cambiare scuola. Qui avevo trovato degli amici e mi ero appena ambientata. Inoltre i miei genitori non l'avrebbero presa proprio bene, come minimo mi avrebbero mandato in un'istituto sperduto tra le montagne.
Finalmente ci trovavamo davanti agli archivi. La porta, c'era da aspettarselo, era chiusa a chiave. Ma nessuno aveva pensato che io sarei venuta ad intrufolarmi. Non c'è serratura che io non sappia aprire. Presi una forcina e mi misi al lavoro. Finalmente sentii di avercela fatta, afferrati il manico ed aprii la porta. Cominciai ad avanzare, quando mi bloccai, la temperatura della stanza era scesa notevolmente ed il sangue mi si gelò nelle vene. Stavo per gridare ma non potevo permettermelo. Lì nel soffitto c'era una ragazza impiccata.
<<andrew, vieni qui! Sbrigati!>> la mia voce tremava come non mai. <<oh dio... la vedi quella ragazza?>>
<<dove? Non vedo nulla!>>
<<non scherzare. È proprio davanti a noi! È impiccata al soffitto>>
Stavo diventando isterica o forse pazza, chi lo sa.
<<cassy? È uno scherzo vero? Non c'è nulla qui! Ti senti bene?>>
Cosa stava succedendo? Perché Andrew non la vedeva? Stavo impazzendo?
In quell'istante la ragazza alzo la testa. Era macabra. Bianca come un cencio. Anche i suoi capelli erano bianchi e riflettevano la luce della luna. Ma quando aprii gli occhi capii che non aveva nulla di umano. Erano completamente neri, senza fine.
Quella cosa cominciò a parlare:

<< Tre le vie, tre le porte
Alla loro apertura
Il fuoco sorgerà
E la terra appassirà.
Il tempo è la risposta
Ma di tempo non ne hai.
La ragazza con un piede nell'aldilà
Il cuore perderà
Ma il mondo salverà.
Il lupo, la volpe ed il il corvo
Dinanzi a lei si inchineranno
E per lei moriranno,
Se il coraggio non avrà
Il male libererà...>>

Poi la ragazza cominciò a sparire ed il silenzio regnò.

no scherza non ci sei riuscito a farmi pressione!)