Un Racconto senza titolo

racconto di fantasia scritto sotto l'ombrellone

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    Colui che può vedere le ombre, ha il potere nella luce

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    :ciao:

    Durante le vacanze mentre mi scioglievo sotto il sole mi è venuta l'ispirazione per scrivere una storia, dopo averla rivista e corretta eccola quì. Il racconto è autoconclusivo e non penso farò un seguito.

    Il titolo però non l'ho ancora deciso, se dopo averlo letto se vi viene in mente qualche idea, ditela pure.

    Intro:
    Come il suono dolce di un violino che sfiora, a volte lieve, a volte tonante l’anima dell'ascoltatore, l’acqua marina mi scivolava dolcemente sulla pelle mentre a vigorose bracciate volavo sotto il profilo giocoso delle onde. Attorno a me, grandi banchi di branzini nuotavano placidi e compatti mentre i piccoli pesci solitari fuggivano rapidi e guizzanti non appena mi avvicinavo. Il sole leone proiettava sul fondale sabbioso magnifici arabeschi di luce, le splendide venature di fugace e mutevole avorio che incoronavano la superficie cobalto del quieto mare su cui pigramente si specchiava la costa dell’Etruria. Mi piaceva nuotare sott’acqua, senza né maschera né occhialini, facendomi accarezzare dalle limpide correnti d’acqua fredda e sollevando la sabbia in morbide volute al mio passaggio mentre, di tanto in tanto, riemergevo appena un attimo per respirare. Erano finalmente arrivate le vacanze estive e potevo infine nuotare liberamente per tutto il giorno; era veramente una tortura andare in una scuola vicino al mare dove giorno dopo giorno rimanevo a fissarlo attraverso le grandi finestre delle classi senza poterci andare. Mia madre era un’insegnante che adorava il mare, una passione che anch'io condividevo pienamente, e per questo era venuta a lavorare nella solitaria cittadina di Fonillaco che si affacciava direttamente sul mare tra lunghissime spiagge e alte e possenti scogliere. Alcuni anni dopo aveva incontrato mio padre; pure lui adorava il mare ma alla sua particolare maniera e nonostante fossero passati anni, rimaneva tutt’ora così. Nonostante mio padre fosse un oceanografo di grande fama, anche se era più conosciuto per essere un’autorità assoluta nel campo della genetica, non gli piaceva la mia passione per il mare. Diceva che gli insondabili misteri del mare dovevano essere svelati tramite studio e ricerca e non “divertendosi a sguazzare qua e là”. Nonostante tutto però io adoravo nuotare libero tra le onde che si rincorrono giocose come le note vibranti di un pianista, salendo e scendendo intrecciandosi con le melodie degli altri compositori del mare in un concerto di suoni angelici, cristallini, puri. Mentre stavo seguendo un magnifico esemplare di castagnola rossa di un bellissimo color porpora vicino ad un grosso banco d’alghe, la caviglia mi rimase improvvisamente impigliata nella folta foresta sottomarina. Non era la prima volta che succedeva, così, invece di agitarmi, mantenni la calma e mi piegai per liberare la gamba dalla presa della pianta prima che finisse l’aria che avevo ancora nei polmoni. Quando mi piegai però rimasi spiazzato vedendo, fuoriuscito dalla foresta d’alghe e avviluppato attorno alla mia caviglia, un grosso tentacolo grigio dello spessore quasi di un braccio molto simile a quello di un polpo o di una piovra. Non ebbi il tempo di farmi domande perché venni improvvisamente strattonato e trascinato da quello strano tentacolo verso le misteriose profondità marine. Di quello che accadde in seguito ho solamente dei vaghi ricordi offuscati; mentre venivo trascinato via, verso le tenebrose profondità marine sbattei più volte la testa sulla sabbia e persi conoscenza ancor prima di finir l’ossigeno.

    1° Parte
    Pesante. Mi sentivo pesante mentre ero disteso supino su una superficie dura e ruvida. La testa era un groviglio confuso di pensieri sconnessi, non riuscivo ad afferrare bene la situazione, l’ultima cosa che ricordavo era che stavo nuotando a qualche centinaio di metri dalla costa. Non riuscivo a muovere bene né le gambe né le braccia e sulle labbra ci sentivo appoggiato qualcosa come di soffice e morbido. Aprii gli occhi e, mentre si abituavano lentamente alla semi oscurità del luogo in cui mi trovavo, mi parve di vedere il contorno di un volto dai fini tratti femminili sopra di me mentre, vicino alle mie gambe, qualcosa si agitava come la grossa coda di un pesce.
    “Una... sirena...?”
    “Oh no! Ma neanche per idea! Non paragonarmi a quelle teste da pesce!”
    Anche se chiaramente arrabbiata, la voce della mia interlocutrice era morbida e cristallina, di una tonalità che non avevo mai sentito. I miei occhi finalmente riuscirono a mettere a fuoco il luogo dove mi trovavo e la persona che mi stava davanti. Ero disteso in un’alta grotta umida la cui entrata, a giudicare dall’eco dello sciabordio delle onde, doveva essere probabilmente sommersa. La poca luce filtrava da alcune piccole fessure nella roccia da cui si potevano vedere scorci di cielo. Avrei voluto guardarmi meglio attorno ma con mia sorpresa scoprii di aver le mani legate da una robusta corda bloccata ad un rugginoso anello di metallo fissato alla parete. La persona che mi stava davanti poi, non era esattamente una persona: fino alla vita aveva il corpo, snello e sinuoso, di una ragazza con solamente una fascia di tessuto bluastro a coprire i morbidi seni. La somiglianza però finiva lì, la pelle era di un inusuale grigio platino e ai lati della testa spuntavano tra i lunghi capelli castani due piccole alette come le pinne dei calamari. La parte che mi stupiva di più però era dalla vita in giù: da sotto una striscia di tessuto che ricordava molto una gonna, si dipartivano dieci grossi tentacoli. Erano dello stesso colore della pelle e muniti di ventose e due di essi finivano allargandosi a forma di foglia. La mia espressione doveva essere molto buffa perché la ragazza si portò una mano alla bocca, cercando di trattenere una dolce risata. Nonostante i capelli fossero dello stesso colore della pelle aveva un volto molto bello, come un dolce ovale disegnato dalla sottile matita di un grande artista, le labbra sottili di un intenso rosso porpora erano sormontate da un piccolo naso grazioso e sottile che si intonava perfettamente con esse, la fronte spaziosa incorniciata dai capelli sormontava due magnifici occhi color ambra. Improvvisamente mi ricordai quello che era successo, era stata lei, afferrandomi con uno dei suoi tentacoli, a trascinarmi sott’acqua facendomi perdere i sensi!
    “Un momento. Le sirene hanno il corpo da pesce e non la testa.”
    Aspetta, è veramente questa la prima cosa che ti viene in mente da dire? C’erano molte cose più importanti di cui parlare. Non avevo potuto però trattenermi, adoravo sin da quando ero piccolo le storie che parlavano delle creature marine e avevo parlato d’impulso. La ragazza, di cui non so ancora il nome, mi aveva però appena dato conferma dell’esistenza delle sirene, la cosa non mi pareva così improbabile visto con chi stavo parlando, e chissà quante altre leggende in realtà erano vere.
    “Volevo solo dire che sono stupide, non che hanno effettivamente la testa da pesce. Ma stiamo andando fuori tema, Leoniro Definici, tu sei ora mio ostaggio.”
    “In realtà avevo già immaginato che non mi avessi legato le mani così per divertimento. Adesso potresti spostarti un po’? Vorrei potermi almeno sedere.”
    Doveva essere veramente molto sorpresa per come avevo ribattuto perché si spostò meccanicamente, senza dire una parola. Fui molto sollevato quando finalmente riuscii, non senza alcune difficoltà visto che avevo ancora le mani legate, a mettermi seduto. Mentre mi muovevo avevo sentito la pelle tirarmi dolorosamente in vari punti e ora che potevo guardarmi il corpo constatai con mia sorpresa che ero pieno di ferite! In realtà non erano così gravi o così tante come mi parve in un primo momento, però erano strane, era come se fossero già in via di guarigione. Mi ero ferito già altre volte sugli scogli ma i tagli che mi vedevo addosso erano diversi, che fossi rimasto svenuto per molto tempo? Non mi sentivo affatto come se fossi stato svenuto per giorni, non mi sembrava plausibile, e il mio stomaco me lo confermava.
    “Sei stata tu a curarmi le ferite?”
    “Ovviamente, non potevo mica lasciarti dissanguare mentre dormivi beatamente, no? La pelle di voi umani è veramente troppo fragile.”
    “Grazie.”
    Quell’affermazione sembrò sorprenderla e, forse, fece sciogliere un po’ del sospetto e della diffidenza che sembrava nutrire nei miei confronti.
    “Sei veramente un tipo strano. Innanzitutto sono stata io a causarti quei tagli, non dovresti ringraziarmi.”
    “Beh, ma è stato un incidente, giusto? E poi mi hai guarito, no? Comunque... posso sapere come ti chiami? Tu sai il mio nome ma io non so il tuo.”
    Alla mia domanda sembrò un attimo dubbiosa se rispondere o meno ma infine parve cedere e dopo un lungo sospiro rispose alla mia domanda.
    “Il mio nome è Luna e sono una fiera octopoda membro dell'unità speciale d'assalto ai diretti ordini della regina.”
    “Dunque, Luna, posso sapere perché mi hai rapito?”
    Alla domanda sembrò ancor più dubbiosa e indecisa di prima, come se non fosse sicura se dovesse rispondermi o meno. Mentre rimaneva in silenzio a decidere cosa fare, il colore della sua pelle mutò rapidamente, passando da un placido grigio platino a un intenso e profondo verde marino che sembrava provenire direttamente dalle profondità dell’oceano. Era veramente incredibile, la sua pelle aveva cambiato completamente colore nel giro di pochi istanti, come i polpi che si mimetizzano sul fondale. La ragazza sembrò infine prendere una decisione e, mentre tornava del suo solito colore, rispose alla mia domanda: “Mph, visto che sono magnanima ti spiegherò come stanno le cose, sinne grato”.
    Iniziò così a raccontarmi cosa era successo a partire da sei mesi prima, quando avvenne il primo contatto tra le nostre due specie da almeno duecento anni. Da quello che imi parve di capire, intuii che la loro società doveva essere strutturata in maniera molto simile alle monarchie medievali, solo che le donne erano molto più importanti degli uomini. La Giovane Regina, ovvero la ragazza che l’attuale regina l'aveva designata come suo successore e stava istruendo allo scopo anche se non avevano legami di sangue, mentre si trovava da sola era stata inseguita da un grosso squalo famelico. Fortunatamente un soldato che si trovava da quelle parti aveva assistito alla scena ed era accorso per abbattere la bestia col suo tridente ma non era arrivato in tempo per impedire a Sheyll, questo era il nome della giovane regina, di essere catturata dalla grossa e robusta rete di una barca da pesca. Quelli dell’imbarcazione, presumibilmente resisi subito conto di ciò che avevano pescato, avevano immediatamente fatto dietrofront tornando a pieni motori verso la costa. Il soldato non aveva potuto far altro che inseguire la barca, troppo veloce per lui, ma era arrivato in tempo per riuscir a vedere dove la stavano portando, ancora impigliata nella rete, chiaramente contro la sua volontà e a distinguere i volti dei criminali in questione. Con mia somma sorpresa, scoprii che l’uomo che dava ordini e che aveva preso in custodia Sheyll, non era niente che nientepopodimeno che Auro Definici, mio padre. Ero totalmente allibito, non riuscivo a credere che mio padre avesse fatto una cosa del genere. Sapevo che era uno scienziato completamente dedito alla ricerca, ma rapire qualcuno, questo mai! Più tardi mi venne il dubbio che non avesse ben capito chi o cosa avesse catturato ma il discorso di Luna mi assorbì completamente e decisi che ci avrei pensato in seguito. Il soldato, che aveva un nome impronunciabile simile a JÖrmunqualcosa, aveva capito che non sarebbe riuscito a salvarla da solo, soprattutto visto che erano già sulla terraferma, ed era tornato per avvertire la regina di quello che era successo. La regina Krakena Zarat XVIII aveva deciso di non avvalorare la proposta di un attacco diretto, che aveva definito un’inutile azione suicida, e aveva invece deciso di utilizzare una strategia più fine che comprendeva un minor spreco di vite. Trasparivano molto il rispetto e l’ammirazione che Luna provava per la regina, anche se stava chiaramente cercando di essere oggettiva nel suo racconto. Il primo passo del piano consisteva nell’imparare meglio, qualcosa già si sapeva dai resoconti dei secoli precedenti, la lingua degli umani che a differenza della loro non comprendeva nessun cambio di colore ma era puramente vocale. A questo scopo molte spie si erano affannate ad ascoltare e trascrivere i discorsi di rozzi pescatori su vecchi pescherecci mentre navigavano a largo nelle lunghe ore notturne o di coppiette che cercavano intimità dietro gli scogli lontani dalle sempre affollate spiagge. Ascoltando questi discorsi trovai finalmente risposta a tutti quegli strani eventi e misteriosi avvistamenti al centro della cronaca locale degli ultimi mesi. Nonostante ci fossero sempre state storie e racconti simili. Negli ultimi tempi erano drasticamente aumentati tanto da attirare l'attenzione di alcuni giornali importanti a livello nazionale. Dovevo comunque ammettere che erano stati senz’altro bravi a non farsi mai avvistare completamente, ma erano stati tutt’altro che invisibili. Da qui partiva la seconda parte del piano: l’unità speciale d’assalto, di cui scoprì con mia grande sorpresa che Luna fosse il capo nonostante fosse ancora molto giovane (aveva compiuto da poco 20 anni), mentre apprendeva la nuova lingua stava imparando come muoversi meglio sulla terraferma. Essendo in grado di respirare sia fuori che dentro l’acqua, quello non era un problema, la parte difficile era riuscire a muoversi agilmente sul terreno nonostante i tentacoli. Per questo avevano ideato dei tubi di metallo, lunghi poco più di un metro e con una giunzione in mezzo, per avvolgerci attorno i tentacoli in una grottesca imitazione delle inefficienti gambe umane. Coprendosi poi con dei pantaloni, di lì spiegato anche il grosso furto ad un negozio di abiti avvenuto alcuni giorni prima, avrebbero potuto facilmente confondersi con degli esseri umani e poter agire senza dare nell’occhio. Da qui quello che già sapevo, o avevo almeno immaginato, rapirmi per chiedere a mio padre la liberazione della giovane regina come riscatto. Essendo la più abile a muoversi sulla terraferma col nuovo metodo, anche se poi in realtà non ne aveva avuto bisogno, lei era stata scelta per compiere il rapimento mentre gli altri membri della squadra si preparavano in caso si fosse reso necessario agire e liberare Sheyll con la forza.

    2° Parte
    inito il racconto rimase un attimo in silenzio, come in attesa di un complimento, e fu allora che mi accorsi quanto mi piaceva sentirla parlare: era molto brava a discorrere e aveva una bellissima voce che sarei potuto stare ore intere ad ascoltare. Mi era piaciuto molto starla a sentire però c’era qualcosa nel suo racconto che mi aveva lasciato inquieto, come quella lezione di storia di alcune settimane prima in cui ci avevano parlato dell’attacco dei nativi americani, armati di rozze spade, contro i conquistadores armati di potenti fucili. Gli feci rapidamente alcune domande, alle quali mi rispose un po’ perplessa, che mi fecero capire subito ciò che prima avevo solo intuito: non avevano idea di cosa fossero le armi da fuoco. Per rispondere alla sua perplessità le spiegai ciò a cui stavo pensando, la potenza delle armi degli esseri umani e i loro organi di difesa come la polizia. Via via che parlavo il suo colorito divenne sempre più chiaro fino a raggiungere un pallidissimo bianco latte. Ansia, sospetto, preoccupazione, inquietudine e paura passavano rapidamente sul suo volto alternandosi freneticamente. Vedendola in quello stato una strana sensazione, profonda e sconosciuta, mi spronava a tentare di tranquillizzarla. Capii finalmente di aver preso in simpatia quella ragazza, nonostante mi avesse rapito facendomi quasi affogare, che era così sincera, diretta e pura come nessun altro che avessi mai conosciuto.
    “Ti piace il mare?”
    “Eh? Che razza di domanda sarebbe? Certo che mi piace. Ci vivo. Come potrebbe non piacermi?!”
    Ops, avevo fatto una domanda decisamente stupida. Volevo tranquillizzarla dicendo qualcosa e quella era la domanda che facevo a qualcuno quando lo incontravo per la prima volta, nel suo caso però era effettivamente una domanda superflua.
    “No, cioè, volevo dire... Tentacoli a parte tu assomigli molto a una ragazza umana. Non siamo così diversi, no?”
    “Sei strano, dici cose molto giuste anche se non sai praticamente niente di noi. In effetti mi ha sempre incuriosito anche a me il fatto che, se escludiamo le pinne ai lati della testa, dai capelli al ventre siamo uguali agli esseri umani. In realtà quando ero bambina mi piaceva molto ascoltare una fiaba che parlava dell’amore tra un’umana e un octopode, alla fine si sposavano e vivevano felici e contenti con tanti bambini. Da bambina non credevo all’ultima parte, ma poi ho scoperto che è possibile dato che noi e gli esseri umani condividiamo gli stessi organi riproduttivi.”
    Organi rip...! Come faceva una ragazza così carina a parlare tranquillamente di un argomento così perverso?! Mentre parlava così tranquillamente dell'argomento sentivo un intenso calore salirmi per tutta la faccia: ero sicuro, anche senza dovermi specchiare, di essere arrossito fin alla punta delle orecchie.
    “Oh! Anche gli umani possono cambiare colore!”
    Esclamò sporgendosi in avanti verso di me, cambiando improvvisamente il colore della propria pelle da grigio ad arancio acceso, prese la mia testa e incominciò a rigirarsela tra le sue morbide mani con estrema curiosità. Mentre si muoveva a destra e a sinistra per osservarmi meglio agitando allegramente la punta dei tentacoli, mi accorsi che in quella posizione riuscivo a vedere molto bene la scollatura dei suoi candidi seni a pochi centimetri dalla mia faccia e, se possibile, divenni ancora più rosso.
    “Aspetta! Non è quello che intendevo! Voglio dire, perché non possiamo semplicemente andare d’accordo?”
    “Andare d’accordo?! Ti ricordo che è stato tuo padre a rapire la nostra giovane regina invece di ributtarla in acqua dopo averla pescata!”
    “Lo so, ed è per questo che voglio aiutarti a liberarla!”
    “Tu... Cosa...?!”
    La piega che aveva preso il discorso l'aveva lasciata talmente sorpresa che sembrava quasi si fosse dimenticata di respirare; il suo viso, ora di un arancio acceso con rigature di rosso, era la perfetta espressione del detto "Rimanere senza fiato".
    “Pensaci bene, il vostro piano di usarmi come ostaggio per riprendervi la giovane regina è destinato a fallire. Se invece ti metti dei pantaloni a coprire i tentacoli posso andare al laboratorio dove mio padre lavora, e dove Sheyll è probabilmente rinchiusa, con la scusa di andarlo a trovare e portarti con me come mia amica. Dato che la giovane regina non parla la lingua degli umani può darsi che mio padre e gli altri scienziati non abbiano veramente capito chi hanno rapito e forse se gli parliamo possiamo convincerli a liberarla. Oppure possiamo semplicemente liberarla di nascosto e fuggire fino al mare portandola in spalla il più velocemente possibile. Che ne pensi?"
    La sua espressione spiazzata lentamente scomparve per far posto ad una meno sorpresa e più riflessiva che soppesava attentamente tutto quello che avevo detto. Speravo vivamente che accettasse, era il miglior piano che mi fosse venuto in mente dove nessuno rimaneva ferito.
    “Sembra... un buon piano. Però non posso decidere da sola, devo parlarne prima con gli altri. Tornerò tra un po’, tu aspetta qui.”
    “Non è che possa andarmene poi tanto in giro così legato...”
    Dissi muovendo vistosamente i polsi legati dalla corda. Non erano così stretti da far troppo male ma lo erano abbastanza da non permettermi di liberarmi. Ero seduto da parecchio tempo nella stessa posizione e, nonostante non stessi poi così scomodo, iniziavo a desiderare ardentemente di potermi muovere un po’.
    “Se... prometti che non tenterai di fuggire... potrei...”
    Questa volta mentre parlava non rimase di un singolo colore ma continuò a passare alternatamente da varie sfumature di verde smeraldo a un blu cobalto. La sua battaglia interiore si ripercuoteva nei colori della sua pelle dandole un aspetto che, se dovessi descriverlo in una parola, definirei “tenerissimo”.
    “Non ti preoccupare, non ho intenzione di andare da nessuna parte. Ti aspetterò qui finché non torni. Parola d’onore.”
    La sua pelle si stabilizzò in un bellissimo blu zaffiro con magnifiche sfumature indaco e, finalmente convinta, si avvicinò per slegarmi i polsi. Questa volta, invece della faccia, fu le mie mani che mise praticamente in mezzo ai suoi voluttuosi seni mentre era intenta a sciogliere i nodi. Essendo già la seconda volta mi venne il dubbio che lo stesse facendo apposta ma, il suo fare unicamente concentrato su quello che stava facendo, mi fece invece capire che proprio non se ne accorgeva. Nuovamente divenni di un rossore troppo imbarazzato per proferir parola e riuscì solamente a voltare la testa tentando di pensare ad altro. Finito di slegarmi e dopo avermi salutato con un incerto “Torno presto”, si inabissò nel quieto specchio d’acqua circolare che era l’entrata della grotta lasciandomi nel più completo silenzio, interrotto solo ogni tanto dal rumore lontano delle onde che entrava dalle fessure della caverna quando il vento soffiava nella giusta direzione. Finalmente solo, lasciai a briglie sciolte i miei pensieri mentre cercavo di metabolizzare tutto quello che era successo fino a quel momento. L’esistenza di ragazze-polpo (e immagino anche ragazzi-polpo), la cattura di una di loro da parte di mio padre, il mio rapimento e la lunga chiacchierata con quella ragazza così limpida e profonda. Mentre pensavo a queste cose passeggiai per la grotta, sguazzai coi piedi nell’acqua salata, esaminai oziosamente le pareti e le fessure dell’antro ma, mentre facevo tutto questo, mi scoprii più volte a lanciare occhiate furtive all’entrata sommersa e a tendere le orecchie per avvertire il minimo rumore dell’increspatura dell’acqua. Anche se inizialmente non volevo ammetterlo consciamente, ormai avevo già realizzato che la sensazione che provavo era nostalgia: sentivo la sua mancanza. Ma com’era possibile che mi mancasse di già? In fondo la conoscevo solo da poche ore. Mentre mi lambiccavo il cervello in cerca di una risposta, improvvisamente le acque si aprirono e l’oggetto dei miei pensieri mi apparve in tutto il suo splendore, come se fosse emersa da quel famoso quadro di Botticelli. Indossava gli stessi succinti vestiti di prima ma ne aveva un altro paio sottobraccio, di chiara fattura umana, che si intonavano perfettamente col viola lavanda con sfumature di rubino che ora caratterizzava la sua pelle.

    3° Parte
    Rapidamente mi spiegò com'era andata: avevano accettato la mia idea ma, in caso avessimo fallito, avrebbero comunque proceduto con l'assalto in forze. La cosa non mi rassicurò nemmeno un po', anzi, mi mise ancor più sotto pressione: se non fossi riuscito a liberare Sheyll assieme a Luna ci sarebbe stato sicuramente un inutile massacro. Cercai però di non pensarci concentrandomi sul presente ed entrai in acqua. Dopo averla raggiunta con alcune rapide bracciate mi disse di prendere un bel respiro e, afferratomi saldamente per un braccio, si tuffò sott'acqua.
    Come le acque pure di montagna che nascono in guizzanti nelle alte fonti e scendono rapide e impetuose giù per le ripide pendici delle montagne, così le fresche acque marine mi solleticavano violente mentre viaggiava ad una velocità incredibile a cui non avevo mai nemmeno pensato di poter andare. In un attimo uscimmo dal lungo cunicolo che portava alla grotta e raggiungemmo il mare aperto dove curvò dolcemente per dirigersi verso la scogliera, a pochi metri dall'inizio della spiaggia.
    Le onde si infrangevano tuonanti mentre uscivamo dall'acqua dietro alti scogli che ci nascondevano alla vista degli altri bagnanti. Dopo aver strizzato i vestiti rubati, li distese su una larga roccia piatta resa calda dal sole cocente per farli asciugare più velocemente mentre io, dopo aver scalato e ridisceso rapidamente le rocce che ci nascondevano alla spiaggia, mi diressi verso il luogo dove avevo lasciato i miei abiti svariate ore prima. Mentre mi tornavo agli scogli sistemai anche un altro dei nostri problemi, ovvero come nascondere le piccole pinne che Luna aveva ai lati della testa, comprando un cappello di paglia da uno di quei venditori ambulanti che girano sempre per le spiagge. Scavalcate nuovamente le rocce trovai Luna seduta vicino ai vestiti, quasi del tutto asciutti ormai, coi tentacoli già attorcigliati attorno ai due supporti e un paio di scialbe scarpe da ginnastica maschili dove avrebbero dovuto trovarsi i piedi. Lì seduta si stava guardando le braccia mentre sceglieva di quale graduazione di rosa tenere la sua pelle. Da quanto avevo capito il colore della loro pelle cambiava a seconda delle emozioni ma potevano modularlo liberamente con un po' di concentrazione; con la giusta colorazione la sua pelle non era diversa da quella di qualsiasi altra ragazza. Optò infine per tinta molto chiara, che faceva sembrare la sua pelle candida e liscia come il velluto, e iniziò a spogliarsi con un dolce e suadente: "Girati e non ti azzardare guardare, altrimenti ti faccio a pezzi coi miei tentacoli". Non so se fosse per senso del pudore, imbarazzo o puro istinto di sopravvivenza, ma mi girai immediatamente e non mi azzardai a voltarmi finché non mi disse di farlo. Ci aveva messo parecchio ma probabilmente non aveva molta dimestichezza con quel tipo di vestiti, visto che si era messa le scarpe prima di infilarsi i jeans, comunque era riuscita a indossarli nel modo corretto senza aiuto. Il cappello si abbinava perfettamente con i jeans e la maglietta bianca; l'unica pecca erano le scarpe che non si erano ancora asciugate ma non potevamo farci niente, se qualcuno chiedeva qualcosa potevamo sempre dire che era caduta in acqua.
    Finalmente cambiata l'aiutai a superare la parete di roccia, nonostante fosse in grado di camminare facilmente scalare era tutto un altro discorso, per raggiungere la spiaggia.
    "Ci siamo, ti senti pronta?"
    "Pronta. Tu invece? Sicuro di farcela?"
    "Sicuro. Prima di andare da mio padre però facciamo un salto da mia madre, è quasi ora di pranzo e non vorrei che si preoccupasse e venisse a cercarmi. Mi aspetti fuori, gli dico che mangio da un amico e torno subito."
    Con un'espressione risoluta fece un cenno di assenso e incominciò ad incamminarsi tranquillamente per la spiaggia come se avesse tutto sotto controllo. In un certo senso ammiravo il suo coraggio e la sua compostezza nonostante mi fosse sembrata molto nervosa fino a poco prima. Con un sospiro mezzo divertito mi affrettai a raggiungerla prima che si allontanasse troppo e a fianco a lei attraversai la spiaggia facendo slalom tra ombrelloni e castelli di sabbia. Forse fu il sole cocente che sciolse il ghiaccio che mi circondava i pensieri o forse fu la brezza marina a liberare la mia mente dalle ragnatele che mi impedivano di ragionare, non lo so. Però fu mentre camminavo per la spiaggia che realizzai cosa mi aveva svelato l’ondata di felicità e sollievo che mi aveva pervaso quando prima l’avevo vista tornare per me dalle profondità marine. Questa ragazza che ho incontrato in maniera decisamente insolita in questa calda mattinata di Luglio non mi ha solo rapito, riempito di tagli e legato con una corda, mi ha anche derubato, incatenato e mutilato. Come i tonni che vengono catturati dai grandi pescherecci con ampie reti, così anch'io sono stato catturato senza possibilità di scampo con rete troppo grande per poterla aggirare e con maglie troppo sottili per potervici sgusciare attraverso.
    Nel Luglio di questa calda estate ho incontrato una ragazza inconsueta in un maniera decisamente singolare; è la ragazza più bella che abbia mai incontrato e la prima di cui mi sia mai innamorato.

    :bastacaldo!: Spero che vi piaccia.

    Edited by fuertbraf - 24/8/2015, 23:40
     
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    un bel lavoro, molto ben descritto, sarebbe carino se un grafico facesse una rappresentazione di questa storia ^^


    p.s se non è un grafico a farla è lo stesso, potete farvi avanti comunque.
     
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    fuertbraf wow!
    Ho appena finito di leggere il racconto, devo dire che scrivi molto bene riuscendo a descrivere le situazioni nei minimi particolari. Mi stavo appassionando... Potevi mettercelo un quarto capitolo! :addit:
    Scherzo ovviamente. :)

    L'idea di Mimì non è male... Anche se non facilissima da mettere in pratica.
    Personalmente, appena trovo il tempo necessario, vedrò di fare qualcosa! ^^
     
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    potresti anche "arruolare" dei tuoi amici che sanno disegnare se ne hai. oppure potresti provare a coinvolgere qualche utente che non è grafico, giusto per non fare sempre tutto il lavoro tu.
    per il tuo bene... ti devo preservare nei secoli dei secoli
     
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  7. Sho
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    Sto pensando a varie soluzioni :mmm:
    Certo... Insieme a qualcuno che sa disegnare non sarebbe affatto male. :sho:

    Vediamo vediamo... Qualcosa fuori dovrà pur uscire! >.>
     
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    Ma esattamente cosa avete in mente di fare? Una cosa tipo light novel?
     
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    Esattamente... :mmm:
     
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    COMPLIMENTI!! bella storia e con descrizioni così dettagliate fanno immaginare sia i personaggi che le situazioni in cui si trovano. Scrivi molto bene, bravo! ;)

    Mi sono già appassionata, voglio sapere come finisce :sad:


    potrei provare ad aiutare Sho nei disegni, non sono eccellente e non vorrei rovinare la tua opera :oddeo: ma se volete ci proviamo (?)
     
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    :ciao:
    Come light novel ammetto di aver letto solo il volume 1 di Sword Art Online quindi non sono proprio ferrato in materia.
    Da quello che mi sembra di capire però ci sono semplicemente dei disegni intramezzati alle pagine di testo, giusto?

    Se è così basta che scegliete oggettivamente il numero di disegni che siete disposti/avete tempo di fare e scelgo quali scene fare.

    Servirebbe però magari una mano da qualcuno che abbia più esperienza di me, ovvero più di 0, nel gestire chi fa cosa.

    Per quel che mi riguarda sono abbastanza bravo a disegnare a mano
    (molta pratica durante le ore di matematica alle superiori :xd: )
    quindi volendo posso disegnare una base che poi chi è più bravo/pratico di me continua e finisce.


    Volendo potrei chiedere aiuto a un fumettista che conosco, disegna per mestiere quindi di solito è sempre pieno di lavoro ma vedo se può darci una mano nel tempo libero.
    (Se volete vedere, qualche tempo fa ho aperto un topic con un suo lavoro [QUI])



    P.S. Ho degli esami a fine mese ma tanto la sera di solito non riesco a studiare e quindi sono libero. Tenete presente però che verso fine mese magari potrei non riuscire connettermi ogni giorno. :ç.ç:
     
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  12. Mihara_Km
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    Io saprei disegnare in digitale, ma ho molte pecche tipo l'eccessiva lentezza, difficoltà nel disegnare maschi virili e posizioni dinamiche >.< (a breve posterò qualche disegno)
    Comunque complimenti per la storia, scritta benissimo e davvero molto carina e interessante :^^: e sì, anche io voglio il quarto capitolo u.u

    Quando finirò di editare un capitolo, mi piacerebbe provare a disegnare Luna per come la vede la mia immaginazione, posso? xD
    Farei un headshot tipo questo (l'ho disegnato e colorato io):


    Ps: il tuo amico è bravissimo *.* se riesci a chiedere a lui potrebbe venire un bel lavoro. Però ha uno stile parecchio diverso dal genere di questa storia(?)
     
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  13. Sho
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    Dopo aver visto il disegno di mihara mi è passata la voglia di fare tuttooooo!!! :oddeo:
     
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    CITAZIONE (Mihara_Km @ 5/8/2015, 13:23) 
    Quando finirò di editare un capitolo, mi piacerebbe provare a disegnare Luna per come la vede la mia immaginazione, posso? xD
    Farei un headshot tipo questo (l'ho disegnato e colorato io):

    Io saprei disegnare in digitale, ma ho molte pecche tipo l'eccessiva lentezza, difficoltà nel disegnare maschi virili e posizioni dinamiche >.< (a breve posterò qualche disegno)

    Scusa se non ho risposto subito ma sono presissimo dagli esami (tra qualche giorno ho finito per fortuna). Certo che puoi, mi piace il disegno che hai caricato.
    In realtà avevo provato a disegnare qualcosa io ma a disegnare le persone sono abbastanza negato, carico una prova che avevo fatto, magari potrebbe esserti utile.

    Per farla in realtà ho incollato, ricalcato e modificato 4-5 immagini prese da To Love-Ru ma non sono del tutto sicuro del risultato :ç.ç:

    CITAZIONE (Mihara_Km @ 5/8/2015, 13:23) 
    Comunque complimenti per la storia, scritta benissimo e davvero molto carina e interessante :^^: e sì, anche io voglio il quarto capitolo u.u

    Ci sarà pure quello, non subito ma ci sarà... :mmm:
     
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  15. Mihara_Km
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    CITAZIONE (fuertbraf @ 24/8/2015, 12:26) 
    Scusa se non ho risposto subito ma sono presissimo dagli esami (tra qualche giorno ho finito per fortuna). Certo che puoi, mi piace il disegno che hai caricato.
    In realtà avevo provato a disegnare qualcosa io ma a disegnare le persone sono abbastanza negato, carico una prova che avevo fatto, magari potrebbe esserti utile.

    Per farla in realtà ho incollato, ricalcato e modificato 4-5 immagini prese da To Love-Ru ma non sono del tutto sicuro del risultato :ç.ç:

    CITAZIONE (Mihara_Km @ 5/8/2015, 13:23) 
    Comunque complimenti per la storia, scritta benissimo e davvero molto carina e interessante :^^: e sì, anche io voglio il quarto capitolo u.u

    Ci sarà pure quello, non subito ma ci sarà... :mmm:

    Oh, non preoccuparti^^ anzi buona fortuna per gli esami :^^:
    Uhm..... La immaginavo un po' diversa, senza frangia(infatti descrivi pure la fronte) e con i capelli mossi in stile sirena xD, la pelle grigia ma non troppo e con qualche "lentiggine" gialla. (Quando non è umana)
    Il disegno che hai fatto è perfetto per vedere il corpo che sinceramente non riuscivo ad immaginare. (Anche se momentaneamente non lo disegnerò)
    Come ti ho gia detto vorrei provare a disegnarla ma non so se farla con le caratteristiche che ho elencato sopra o facendolo più fedele al tuo reference(?) quindi se vuoi aggiunto/cambiato o rimosso qualche particolare, non esitare a dirmelo :ok:
     
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15 replies since 26/7/2015, 17:22   251 views
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