Votazione Writing Contest Febbraio
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  • Fate
    58.82%
    10
  • Nel posto sbagliato al momento sbagliato
    23.53%
    4
  • L'esame
    17.65%
    3
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Votazione Writing Contest Febbraio

Leggete per l'impegno mostrato dai partecipanti

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  1. Alessio199
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    Scritto 1: Fate
    Fate l’avevano chiamata e, per ironia della sorte, lei non credeva nel destino. Sì, perché ammettere che esistesse un disegno prestabilito nell’universo, significava che la morte dei suoi genitori fosse già stata scritta. No, non poteva accettarlo, loro erano morti solo a causa sua. Non c’era nessun disegno, nessun dio, nessuna morte necessaria per un bene superiore... La verità stava solo in un semplice rapporto di causa ed effetto. Se quel giorno il treno non fosse stato in ritardo e lei non avesse chiamato i suoi genitori per farsi venire a prendere alla stazione, non ci sarebbe stato nessun incidente... Non poteva dare la colpa al destino per quello che era successo, sarebbe stato da vigliacchi e lei non aveva intenzione di tirarsi indietro dalle sue responsabilità.
    Così a sedici anni, si era fatta forza; non avendo parenti aveva continuato da sola a prendersi cura della loro casa, ad eccezione della loro camera; proprio non se la sentiva di mettere piede in quell’ambiente colmo della loro esistenza, i ricordi rischiavano di schiacciarla e le sembrava di sporcare con la sua presenza.
    Aveva vissuto gli ultimi due anni controllando quasi in modo maniacale le sue azioni. Non avrebbe scatenato un’altra tragedia per quanto le era possibile. La sua vita ormai era scandita da una routine pressoché identica.
    Tuttavia il giorno del suo 18° compleanno accadde qualcosa di strano. La mattina si svegliò di soprassalto. Non aveva sentito la sveglia ed era terribilmente in ritardo per la scuola. In preda al panico si vestì e scese in tutta fretta le scale. Proprio sull’ultimo gradino scivolò e rimase mezzo secondo sdraiata a fissare confusa il soffitto. Non era mai caduta per le scale per quanto si ricordasse, ma avvertiva una strana sensazione... come un déjà vu. Ricordandosi dell’enorme ritardo accantonò quella stranezza e si sbrigò a correre a scuola. Ciò nonostante, per tutta la giornata continuava ad avere quella solita sensazione anche per le piccole cose.
    Quel pomeriggio tornò a casa molto stanca, le sembrava una giornata così assurda! Si sdraiò sul divano per riposarsi e piombò subito in uno stato di dormiveglia. Sembrava essersi addormentata ma si trovava ancora nel salotto, come una specie di sogno nel sogno. La luce sembrava più abbagliante e più tentava di mettere a fuoco un punto preciso più gli occhi le dolevano per l’intensità. Si portò un braccio sopra la faccia per schermarsi, quando il suono di un vetro infranto la fece balzare dal divano. Si guardò intorno per verificare da dove era arrivato quel rumore. Andò in cucina e notò la finestra rotta, fra i frammenti per terra c’era una palla da baseball. Il figlio del vicino! Pensò inviperita. Stava per scaraventarsi fuori dalla casa per dirne quattro a quel ragazzino quando sentì un altro schianto—
    Si alzò dal divano, guardandosi intorno confusa. L’orologio segnava le 5 e mezzo, aveva dormito poco più di mezzora. Il rumore continuava a ronzargli in testa. Entrò in cucina e si trovò davanti la stessa identica scena del sogno. Si avvicinò alla finestra e raccolse automaticamente da terra la palla da baseball. Quante possibilità c’erano di sognare il futuro? Assurdo. Doveva trattarsi di una stupida coincidenza. Lo sapeva che prima o poi quello stupido ragazzino ne avrebbe combinata una. Alla confusione subentrò la rabbia e corse subito fuori, naturalmente si sarebbe fatta ripagare fino all’ultimo centesimo.
    Quella sera, una volta andata a letto, fece un altro sogno simile. Era domenica quindi non doveva andare a scuola, tuttavia la mattina si alzò incredibilmente presto. Nonostante la sveglia sul comodino segnasse le 8, la luce era accecante come quella di mezzogiorno. Scese a piano terra per prepararsi la colazione. Accese la radio e fortuna volle che la prima canzone fosse proprio una delle sue preferite. Canticchiando preparò tutto e mangiò con calma. Quando la radio improvvisamente si spense. Calò uno strano silenzio in cucina, come se qualcuno avesse abbassato il volume non solo della radio ma anche del mondo intero. Si sentì inquieta, non riusciva a sentire nemmeno il suo respiro, anzi non stava nemmeno respirando ora che ci pensava.
    Poi in quella quiete inumana, dal piano di sopra si sentì il cigolio di una porta. Con il cuore in gola salì lentamente le scale, alla sua sinistra c’era la porta della sua stanza, l’aveva lasciata aperta quando si era alzata, quella del bagno di fronte era chiusa. Spostò lo sguardo più avanti, in fondo a sinistra una porta che solitamente era chiusa, ora era aperta. Non poteva essere quella stanza, l’aveva chiusa a chiave due anni fa...
    Si svegliò si soprassalto. Guardò l’orologio: le 8. Quasi cadde in preda al panico, poi si ricompose. Che stupida! Aveva solo fatto un sogno! Si affacciò dalla porta della sua camera e notò che la stanza a fianco era chiusa. Con un sospiro di sollievo scese giù. Accese la radio e si bloccò. La sua canzone preferita. No, non poteva essere un’altra coincidenza. Prima che la canzone finisse la spense. Non voleva crederci, non aveva nessuna logica. Si prese la testa fra le mani, stava forse impazzendo? Poi ecco lo stesso cigolio... Alzò la testa di scatto, il suo corpo si mosse da solo, salì automaticamente le scale e quasi svenne quando notò che la camera dei suoi genitori era davvero aperta. Senza rendersene conto entrò, le scappò un lamento e altre lacrime presero a scendere. Tutto era uguale a due anni fa... no c’era una lettera sopra il letto che prima non c’era. L’aprì con mani tremanti, c’erano solo poche parole ma bastarono a cambiarle la vita:
    “A Fate,
    Se stai leggendo questa lettera allora significa che siamo morti. Mi dispiace tesoro ma era questo il nostro destino. Ti sarai sentita molto sola ma sappiamo che sei una persona forte. Non ti arrendere. È vero il destino di tutti è già stato scritto ma tu sei diversa. Possiedi un dono che in pochi hanno. L’artefice del tuo futuro sei solo tu. Non dimenticarlo mai.
    Ti vogliamo bene.
    Mamma e Papà.”


    Scritto 2: L'esame
    L’esame

    Era una tranquilla giornata di metà febbraio, poche nuvole nel cielo e un temperatura sopra la media stagionale,insomma,la giornata adatta per oziare tutto il giorno senza pensare a niente e nessuno. E’ proprio quello che fece Gianni,un normale studente universitario alla facoltà di scienze della comunicazione che come al solito si era svegliato molto presto e senza neanche fare colazione si mise al PC intenzionato a cazzeggiare tutto il giorno come era sua consuetudine fare fregandosene dei suoi impegni universitari sui quali difficilmente metteva interesse. Nell’accendere il suo PC si ricordò che la linea era caduta da alcuni giorni in tutta la città per qualche oscuro motivo che portò il povero Gianni alla bestemmia spudorata. Attendere non era certo il suo forte,e allora cercò di ammazzare un po’ il tempo concedendosi una tazza di latte caldo che non beveva da tanto tempo, un arco di tempo talmente lungo che fecero sospettare a Gianni che quella bottiglia di latte fosse scaduta da chissà quanto tempo . Controllò il retro della bottiglia e tirò un sospiro di sollievo vedendo che il latte scadeva proprio oggi, giusto in tempo per evitare di passare la giornata con dolori intestinali. La sua botta di fortuna di tramutò in ben altro quando nella sua mente predisposta allo scazzo totale, risuonò una voce che ribadiva continuamente la data di scadenza di quella bottiglia: 17 febbraio 2014. Non ci mise molto a ricordarsi che quella era la data del suo esame di sociologia sul quale aveva a malapena messo occhio sui libri interessati, e nel giro di qualche nanosecondo l’ansia che aveva la capacità di invadere completamente il suo corpo in modo deciso, lo colpì come un gancio destro dritto nello stomaco e,piegandosi,vomitò il latte che magari non era scaduto, ma era comunque diventato una specie di ricotta sciolta sgradevole alla vista. Subito dopo aver rimesso alla luce del sole tutto ciò che aveva bevuto pochi istanti prima, la sua mente cominciò a essere invasa da molteplici domande: cosa fare adesso ? A che ora era questo dannato esame ? Conveniva andare nonostante l’impreparazione oppure rimanersene a casa ? Chi avrebbe ripulito quello schifo sul pavimento ? In ogni caso,bisognava cercare di prendere in mano la situazione. Guardando l’orologio, Gianni sapeva che sarebbe potuto arrivare in tempo dato che era ancora presto, ma i problema principale stava nel fatto che in quelle settimane non aveva quasi toccato libro e quindi avrebbe fatto poco o nulla. Sta di fatto che mentre girava per la casa, con le mani costantemente tra i capelli e cercava di riorganizzare le idee, il mignolo del suo piede nudo ebbe un duro incontro con la gamba del tavolo nel soggiorno. Un forte dolore percorse tutti nervi del suo corpo e bisogna ringraziare il cielo che si limitò ad accasciarsi a terra ad imprecare tacitamente qualche figura santa senza svegliare tutto il condominio. Appena il dolore si attutì, Gianni si alzò e probabilmente, il forte urto del piede contro il tavolo aveva rotto quella diga che conteneva la sua adrenalina ormai da tanto tempo e decise così su due piedi (uno dei quali infortunato) cosa era giusto fare: vestirsi, prendere lo zaino e correre all’università provando a fare questo maledetto esame. Gianni si assicurò che il piede fosse ancora utilizzabile e corse in camera sua, indossò i primi abiti che trovò nel guardaroba, prese lo zaino senza neanche controllare che ci fosse tutto il necessario e corse verso la porta per andare ad affrontare la sua verifica. Una volta arrivato nel soggiorno e ormai vicino alla porta, in un modo che probabilmente la fisica moderna non può spiegare, inciampò e il suo mento colpì lo spigolo del tavolo, lo stesso nel quale aveva sbattuto il piede, e l’impatto fu talmente forte che svenne. Quando i suoi occhi si riaprirono, si accorse che non si trovava più a casa sua, ma nel lettino di un ospedale, e vicino a lui c’era lei, la sua donna con cui frequentava lo stesso corso universitario e con la quale stava insieme fino a quando non la vide dentro la sua macchina con un senegalese in atteggiamenti più che intimi. Confuso Gianni le chiese perché era lì e la sua ormai ex gli rispose che era andato a trovarlo per chiarire alcune cose e, trovando la porta aperta come sempre, era entrata e lo aveva trovato a terra vicino al tavolo e quindi aveva chiamato subito l’ambulanza. Subito Gianni si ricordò dell’esame e allora le chiese come mai era lì con lui e non era all’università a sostenerlo, e lei rispose stupita che l’esame era stato rinviato a un mese dopo e che, non riuscendo a contattarlo al telefono e al cellulare, gli aveva inviato un’e-mail . In quel momento, lo sventurato Gianni ripensò a tutte le sciagure che gli erano capitate in quella mattinata, dalla caduta alla mancata connessione che non gli ha permesso di vedere quella e-mail che avrebbe potuto evitare tutto questo e, nessuno sa perché, svenne nuovamente.


    Scritto 3: Nel posto sbagliato al momento sbagliato
    NEL POSTO SBAGLIATO AL MOMENTO SBAGLIATO
    Maledetto chi ha inventato la sveglia. Ti rovina ogni sogno più bello, perché sì, ci sono anche gli incubi, ma con quelli basta un balzo e ci si ritrova sudati fra le lenzuola. Stavo provando a rielaborare il mio di sogno, ma il mio timpano era troppo preso a fare a botte con il babelico suono della sveglia per permettere al cervello di riformulare quell’immagine confusa che avevo nella mente. Penso che si fosse svegliato anche il gallo: l’avevo preceduto quella mattina, il chicchirichì lo faceva la mia sveglia, alle 5:30 del mattino.
    Cosa? Perché così presto? Non era poi tanto presto se avevo un appuntamento alle 8 con un uomo d’affari dei più importanti che ci fosse in circolazione. E mentre stavo lì a comunicare con i miei pensieri, il tempo passava ed io, cavolo, non potevo perdere nemmeno un minuto. Forza. Mi alzai dal letto e filai in bagno, prendendo lo spazzolino e aprendo tutti i rubinetti per non perdere nemmeno un secondo. In poco tempo fui fuori e mi ricordai di spegnere la sveglia, perché era due o tre minuti che suonava e la gattara di sopra cominciava già a battere con la scopa sul pavimento.
    Finalmente silenzio. Mi vestii con ciò che avevo preparato la sera prima e andai in cucina, sfregandomi gli occhi. Preparai i cereali e scaldai il latte già pronto nella tazza per poi sedermi al tavolo. Buttai dentro alla ciotola due o tre pastiglie che avevo preso il giorno prima in farmacia: una per i reumatismi, una per la glicemia, una per il mal di testa, una contro gli attacchi di panico, e una per i dolori al sacro. Non si sa mai possano servire, meglio qualcosa in più che in meno. Ehi, su, smettila, butta giù ciò che rimane nella ciotola e smettila di parlare con te stesso, tanto non ti ascolti, dopo tutto.
    Messe le scarpe e lavati nuovamente i denti per evitare brutte figure, agguantai la mia ventiquattrore e piombai fuori di casa, facendo le scale appena sfiorandole ed uscendo di casa alle 6 in punto.
    Una corrente di aria fresca mi accarezzò le guancie, mi fece svolazzare la cravatta e mi svegliò del tutto. Gonfiai il petto e mi guardai intorno. Una delle cose che adoravo fare era osservare la città quando nessuno era in giro, quando ancora le automobili non sfrecciavano sull’asfalto e abusavano del clacson, quando ancora i primi uccellini del parco accanto a casa mia celebravano l’avvenire dell’alba, quando quel residuo notturno aleggiava ancora sui palazzi.
    Ciò non toglieva che io dovevo correre, altrimenti lo sforzo di svegliarsi prima dell’alba si sarebbe dimostrato vano. Mi avviai alla meta con passo spedito, insieme a piccole corsette ogni tanto. Non era la prima volta che camminavo sul marciapiede così di primo mattino, ma la città così vuota non la ricordavo: non c’era veramente anima viva, eccetto qualche mendicante qua e là e il solito vecchietto che incontravo ogni santa mattina, a qualunque ora, e che, agitando il bastone, mi ripeteva sempre “ah, i giovani d’oggi, come sono inutili! Io alla tua età saltavo i fossi per lungo!”. Mi sono sempre chiesto cosa volesse dire questa frase, perché suonava anche divertente detta da un ottantenne sdentato stile maestro Muten, ma ogni volta sorvolavo e proseguivo il mio tragitto. E così feci. Finalmente, svoltato l’angolo, mi trovai in un parcheggio, nel luogo prestabilito per il nostro incontro. Lì sarebbe passata a prendermi una vettura, all’interno della quale il mio cliente, famoso miliardario della regione, doveva trovarsi con l’autista, per scortarci entrambi nel suo ufficio, dove avremmo parlato di affari. In realtà io ero così in anticipo (circa un’ora e mezza in quel momento) perché non avendo mai visto in faccia la persona che stavo attendendo, avrei potuto fare qualche errore e magari lasciarmi scappare l’occasione della vita.
    Ingannai il tempo giocando con il cellulare, seduto su un muretto, sperando di non dover attendere ancora a lungo, ma essendo comunque soddisfatto del vantaggio sul tempo che avevo acquisito, seppur con notevole fatica. Prima che potessi lanciare il telefono in un tombino, dopo l’ennesima facciata a Flabby Pird, vidi una macchina nera entrare nel parcheggio e fermarsi a pochi metri da me. Sembrava che anche il mio collaboratore volesse fare le cose con un notevole margine di anticipo. Entrai in macchina e chiusi la portiera, sentendomi subito domandare se avevo ciò che mi avevano chiesto. Tra i sedili posteriori dove mi trovavo io e l’uomo con il suo autista vi era un vetro opaco, ma le parole si sentivano chiaramente, per cui non dovetti alzare più di tanto la voce. “I contratti li ho nella valigia, signore”, queste furono le parole che apparentemente lo fecero divertire, perché si mise a ridere di gusto.
    Ciò che successe in seguito non lo ricordo, so solo che il letto d’ospedale è molto più comodo del mio, ma soprattutto non ci sono sveglie irritanti nelle vicinanze. L’occhio gonfio pulsava e dai denti il sangue usciva a fiotti. Il dottore aveva detto che la mia era stata un’amara coincidenza: mi ero trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quelli che mi avevano assalito erano membri di una banda di malavitosi, che a quanto pare non attendevano me, ma un’altra vittima. Quindi mi avevano lasciato in mezzo alla strada. Ero lì per miracolo, grazie ad un uomo di età avanzata che aveva chiamato i soccorsi. Il medico era però perplesso su cosa fosse successo al mio salvatore: era inspiegabilmente ferito, ed era da escludere la possibilità che si fosse battuto contro quegli uomini bruti...
    Mi voltai. Nel letto accanto vi era un vecchietto. Anche lui non se la cavava tanto bene: era pieno di lividi e il suo bastone era spezzato. Mi sembrava di averlo già visto da qualche parte, ma forse mi sbagliavo: la mente era annebbiata, forse anche a causa di tutte quelle pillole che avevo preso. Cedetti alla stanchezza e chiusi gli occhi.
    L’anziano mi guardò dormire, sorrise con gli occhi sofferti, poi però anche lui socchiuse le palpebre e cadde in un sonno profondo.


    Data inzio votazioni:
    02 Marzo 2014
    Data votazione ultima:
    08 Marzo 2014



    Traccia : Le coincidenze.

    Le seguenti sono soltanto condizioni aggiuntive per ottenere punti extra, pertanto non sono obbligatorie
    Punto Bonus 1: Devi creare una storia comica-surreale
    Punto Bonus 2: Il protagonista deve essere ipocondriaco ed iperansioso


    :new: Come valutare uno scritto! :new:
    - Pertinenza al tema
    - Correttezza grammaticale
    - Originalità nello svolgimento
    - Capacità di utilizzo della lingua e dei termini


    Modalità di valutazione:
    La fetta di valutazione standard verrà data da tutti gli utenti di anime dreamland.
    I punti bonus verranno dati dai moderatori, se rispetteranno i termini richiesti.
    Inoltre, chi avrà scritto racconti e postati nella sezione, riceverà punteggi in base a quanti né ha pubblicati.
    P.S. Non è obbligatorio seguire le richieste, ma qualche punto in più non fa mai male.


    Massimo caratteri
    6'000
    (spazi compresi, titolo escluso)

    Edited by andrea0258 - 1/5/2014, 00:08
     
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    Lo ammetto sono indecisa :mmm: di uno mi piace più la storia ma non tanto come è scritto, dell'altro il contrario anche se la storia alla fine mi piace lo stesso XD
    Ci penserò :losco: Complimenti però a tutti (tranne me :addit: ) :the:
     
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  3. Sh@®k
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    CITAZIONE (BloodKurenai @ 2/3/2014, 16:26) 
    Lo ammetto sono indecisa :mmm: di uno mi piace più la storia ma non tanto come è scritto, dell'altro il contrario anche se la storia alla fine mi piace lo stesso XD
    Ci penserò :losco: Complimenti però a tutti (tranne me :addit: ) :the:

    sembra lo faccia apposta, ma quoto l'impegno è comune e soprattutto le storie hanno tutte una trama piacevole. Starò allo stile di scrittura, quindi prendo un po' di tempo :losco: complimenti a tutti ^_^
     
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  4. Alessio199
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    Io mi congratulo con tutti, perché avete partecipato. Però, invito a tutti coloro che sono anime dreamlandiani a votare gli scritti.questione di rispetto nei confronti dei altri e, sopratutto, dovere. :sese: :sese: :sese:
     
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  5. Alessio199
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    Ragazzi, siete anche pregati di commentare, chi vota o meno grazie =)
     
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  6. mitico giorgio
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    CITAZIONE (Alessio199 @ 2/3/2014, 19:56) 
    Io mi congratulo con tutti, perché avete partecipato. Però, invito a tutti coloro che sono anime dreamlandiani a votare gli scritti.questione di rispetto nei confronti dei altri e, sopratutto, dovere. :sese: :sese: :sese:

    si dice ADreamers...
     
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  7. Alessio199
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    Vabbé in inglese così U.U
     
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  8. Vermouth-fan
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    Voto il numero 3 '' Nel posto sbagliato al momento sbagliato''
     
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    Compimenti a tutti e 3, sono storie molto belle e ben fatte!! Dopo averle lette ero indecisa su quale scegliere ma voterò il numero 2 "L'esame". :^^:
     
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  10. Alessio199
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    Ragazzi, l'ultimo giorno per votare :ok: :ok: :ok:

    Grazie @haruka.-. @vermouth-fan per aver votato. Spero che per il prossimo contest partecipiate anche voi :sese: :ok:
     
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  11. Sh@®k
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    Faccio i complimenti a tutti e in particolare a Fate perché è la più bella, comunque Vermouth-fan grazie ma devi anche rispondere al sondaggio in alto XD
     
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  12. Alessio199
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    Ma perché non l'ha fatto ? :uhuh:
     
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  13. Sh@®k
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    Cosa ne so? Ma ieri era già a 1 voto quindi XD tanto non è che cambi, si sa che non vince, ma per regolarità... :sisi:
     
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    Devo trovare un modo per far votare più gente a questi contest :frusta:
     
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  15. Bayez'
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    Voto Fate, ma tantissimi complimenti anche agli altri. Mi ha appassionato tantissimo leggere questi scritti, bel lavoro :ok:
     
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39 replies since 2/3/2014, 12:56   559 views
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