YONDO, il manga del tangaLe tristi (dis)avventure di uno scarso

Si ringrazia l'utente hanamichi per aver creato "dal nulla" questa storia di fantasia

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    Questa grande Opera è stata creata dal Sommo Maestro della letteratura dei nostri tempi, il nostro esimio hanamici

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    Ogni fatto e riferimento di quest'opera sono liberamente ispirati da eventi e persone realmente esistiti e/o avvenuti in opere fantasiosamente di fantasia narrate fantasticamente.

    PROLOGO
    C'era una volta, tanto tempo fa, una piccola e simpatica volpe, simpatica quanto lo possa essere una colonia di pulci negli slip, che vagava in giro per il mondo facendo i suoi simpatici scherzi agli abitanti dei vari villaggi che simpaticamente visitava.
    Ormai la fama della volpe era conosciuta in tutto il mondo, ma nessuno osava ribellarsi ad essa, nè tanto meno affrontarla. Finchè un giorno...
    La volpe arrivò alle porte di un ridente villaggio del paese del Web, il villaggio delle AnimePovereDebosciate, quando le si parò di fronte un uomo...un essere umano...un essere...insomma, una cosa dalle fattezze all'incircamenoquasi maschili, che le si parò davanti sbarrandole la strada.
    Volpe: e chi tu sei?
    Coso: io sono Yondo, ma tu se preferisci puoi chiamarmi Yondotuttotondo, s'è pliù fasìl.
    V: ma sei scemo? Yondotuttotondo, tempo che t'ho chiamato sei andato via. Ti chiamerò "coso". Che vuoi coso?
    Yondo: ho sentito parlare di te ed ho deciso che volevo incontrarti. Come ti chiami, volpe?
    V: davvero non sai come mi chiamo? Io sono Puritana, la volpe dalle 9 gonne.
    Y: davvero? Puritana? La volpe dalle 9 gonne?
    P: è quello che ho appena detto! Qual'è il tuo problema? Sei sordo? Devi ripetere le cose come un pappagallo? Hai problemi di comprendonio? Cosa?
    Y: ma...se ti chiami Puritana...e se hai 9 gonne...sei una femmina!? Posso aggiungerti ai miei amici?
    P: hei, io non ho amic...cosa? Femmina? Io sono maschio, idiota. Non vedi? Guarda!
    E Puritana mostrò a Yondo la sua decima "gonna".
    Y: si si vabbè, quella poco conta. Allora? Posso aggiungerti ai miei amici? Da dove vieni? Dove vivi? Quanti anni hai? Hai FB? Twitter? Skype? Cosa fai questa sera? Sei single? Vuoi sposarti? Hai mai pensato di avere figli?...
    Dopo un infinito ed estenuante interrogatorio durato per tutta la notte, la povera Puritana decise di sfilarsi le 9 gonne, le impastò con le sue mani a formare una corda con un cappio e decise che per liberarsi dall'odio, che, tanto per intenderci, le aveva procurato in quelle poche ore quell'essere uscito fuori chissà da dove, non c'era altro verso che il suicidio, o in alternativa il ban, pratica diffusa nel paese del Web. Ma visto che al momento in giro non c'era nessun assessore, consigliere o contadino del paese, Puritana non ebbe altra scelta. S'impiccò con la corda di gonne.
    Fu così che Yondo rimase per l'ennesima volta nella sua vita solo, scaricato dall'ennesima donna (eh si, anche dopo aver visto la decima coda, lui è ancora convinto che Puritana fosse femmina), a pensare all'ennesimo fiasco, ascoltando per l'ennesima volta la canzone di Sakuragi...insomma, rimase ennesimo.
    Da quel giorno le gesta di Yondo furono conosciute in tutto il paese del Web, e allo stesso tempo da quel giorno Yondo cercò di conoscere tutte le femmine del paese del Web.
    Un nuovo eroe era nato, un mito, una leggenda. Quella di Puritana, l'unico essere che sia mai riuscito a liberarsi di Yondo.


    CAPITOLO 1

    Fu così che, rimasto solo dopo la dipartita di Puritana, Yondo riprese il suo vagare e varcò le porte del villaggio.
    Il villaggio di AnimePovereDebosciate, abbreviato da tutti in Appiddì (menoelle, ma anche meno tutte le altre lettere dell'alfabeto che non sono in Appiddì), era anche chiamato ilvillaggionascostosegretointrovabiledell'erba (questo spiega il perchè debosciati), anche se tutti sapevano che esisteva e dove fosse, e per chi non l'avesse saputo sarebbe bastato cercarlo su gingle maps (e se non lo sapevate, sapevatelo); tant'è che appunto tutti si chiedevano il perchè di tale nome. Cioè, se invece che nel paese del Web fosse stato fondato nel paese della Navigazione in incognito pure pure, ma così non aveva nessun senso. Ed in effetti, nel tempo, il senso mai si trovò.
    Yondo percorse la strada che lo portò alla piazza principale, piazza BioShout (inutile dire che fosse linda e pinta), dove vide tante nuove persone. Preso un pò dall'imbarazzo, imbarazzatamente si presentò.
    Y: ciao, io sono Yondo.
    E nessuno se lo filò, come al solito.
    Solo un villaggese gli rivolse la parola. Si chiamava Fantakimera, da tutti conosciuto come Fantaghirò.
    F: o grullo, ittogliti di mezzo che te tu mi fa ombra! Fora daebball e va a laurà, barbun!
    E Yondo se ne andò, un pò confuso.
    Decise di farsi un giro per vedere cosa il villaggio offrisse, ma c'era una cosa che non aveva capito: se un locale riportava un'insegna, voleva dire che in quel locale si svolgeva l'attività descritta nell'insegna.
    E invece no!
    Il nostro (scarso) eroe entrò in una gelateria ordinando un mantecato di stufato ribollito di tasso, ma la gelataia gli rispose con un cortese "Fora daebball, barbun!".
    Entrò in una norcineria e chiese un fungo norcino, ma il norcinaro gli rispose con un cortese "Fora daebball, barbun!".
    Entrò nella biblioteca villaggionale, vide che tutti erano in silenzio ed ebbe la brillante idea di raccontare un'esilarante barzelletta, urlando per farsi sentire anche dalle persone più lontane:
    Y: ciao, io mi chiamo Yondo. Sapete come si salutano 2 tazzine di caffè quando si incontrano? Sao!
    Un coro si levò all'unanimità, in un cortese "Fora daebball, barbun!" accompagnato da una pioggia di libri che manco quando grandina.
    Perplesso, continuò a camminare finchè non si ritrovò davanti alla stazione di polizia. Convinto di aver capito come funzionassero le cose nel villaggio, si fece coraggio ed entrò. Tutti lo osservarono, notarono quel suo sorriso soddisfatto, e lo udirono esclamare:
    Y: ciao, io sono Yondo. Fora daebball, barbun!
    Il caro Yondotuttotonto aveva scambiato il cortese "Fora daebball, barbun" in una sorta di saluto in dialetto villaggiotico!
    Ciò che non sapeva, però, è che il corpo della polizia Animese era composto solo ed esclusivamente da un'unica famiglia che si tramanda il mestiere da anni ed anni ed anni ed anni...insomma da sempre, la famiglia Ciancìca, il braccio armato della legge illegale.
    E infatti, tutto il gruppo Ciancìca, fedele al proprio nome, presero Yondo e lo ciancicarono come una gomma da masticare. Dopodichè lo presero e lo buttarono per strada, proprio come un barbun.
    Perplesso, percosso ed affranto, riprese a camminare fino a ritrovarsi nuovamente in piazza BioShout, dove vide Fantaghirò che era ancora bello spaparanzato al sole, e gli rivolse ancora la parola.
    Y: ciao sono Yondo, ci siamo visti qualche ora fa.
    F: a si, il barbun. Che tu vò?
    Yondo gli raccontò brevemente (eufemismo) cosa accadde in quella sua prima giornata villaggiosa, alchè Fantaghirò, nel frattempo preso da un attacco di orchite prodotto dal breve (si, certo) resoconto del nostro, gli spiegò:
    F:e ma te tu sei proprio un grullo rincitrullito! Se tu entri in una gelateria vendono gelato, in una norcineria vendono salumi e formaggi, in biblioteca si studia e si legge (ma mi sa tanto che te tu s'è analfabeta), e dalla polizia, oibò, te tu sei andato dai Ciancìca, quelli non aspettano altro che qualcuno gli rivolga una parola per ciancicallo. O grullo, ascolta ammè: te tu va a dormire che domani mi sa proprio che per te sarà un'altra grande e lunga brutta giornata. Ed ora, fora daebball, barbun!".
    E Yondo se ne andò, trovando riparo sotto una panchina della piazza, e si addormentò...si, proprio come un barbun.


    CAPITOLO 2

    Una notte fredda, difficile, scomoda, dura, ma soprattutto solitaria, ennesimamente solitaria. Questa fu la prima notte che passò Yondo nel villaggio, nel suo rifugio rabbattato sotto la panchina della piazza, peggio di un barbun.
    Ma il nostro...eroe, antieroe, coso? Non ho ancora trovato un termine esatto per definirlo...comunque, il nostro decise di non fare la fine dell'albero, ovvero non si fece abbattere.
    Quella solitudine, quell'odio della gente (chissà mai provocato da cosa!?), avrebbe superato tutto e sarebbe diventato amico di tutti.
    Ma come avrebbe potuto perseguire il suo intento? Da dove sarebbe dovuto partire nel suo piano? L'unica cosa che gli venne in mente (data anche la pochezza della sua materia cerebrale che gli permetteva o di pensare o di respirare, perciò aveva pensieri sempre molto brevi e frivoli) fu quella di rivolgersi all'unico villeggiante che finora gli avesse dimostrato un minimo di...non dico amicizia, ma un minimo di qualcosa gli mostrò, e non mi riferisco solamente al dito medio: decise di andare da Fantaghirò.
    Vagò brevemente per la piazza finchè non lo vide, intento ad oziare al sole come al solito.
    Y: ciao bestia, posso chiamarti bestia? Tanto ormai siamo amici?
    F: bestia ci sarai tu e 3/4 della palazzina tua!
    Y: ma io non vivo in una palazzina, per ora vivo sotto quella panchina laggiù.
    F: ecco vedi, come una bestia, barbun! Che vuoi pure oggi? Che poi, ma con tanta gente che c'è in giro, ma sempre a me a rompere?
    Y: ascolta, bestia...
    F: (assoreta!)
    Y: come posso fare per diventare amico di tutti? Ora tutti mi scansano, tutti mi schivano, tutti mi schifano. Mi sento solo.
    F: diciamo che se iniziassi a farti una bella doccia, forse e dico forse, già ti schiferebbero di meno, forse. Poi che ne so, va in giro, incontra gente, magari cercati un lavoro.
    Y: ma certo, un lavoro! Anche perchè se lavoro, guadagno, se guadagno posso mangiare
    F: e lavarti!
    Y: se mangio esisto, se esisto potrò avere amici. Grazie bestia.
    F: (assoreta n'atavota!)
    Un lavoro. Come aveva fatto a non pensarci prima? Per il fatto che, come detto sopra, il suo cervello gli permette di pensare o respirare, e se avesse pensato ad una soluzione ci avrebbe messo un'eternità, sarebbe stato troppo tempo senza respira, il sangue non avrebbe più portato ossigeno al cervello e sarebbe morto. Insomma il cervello ha fatto i suoi interessi.
    Trovò quasi immediatamente l'dea geniale, il lavoro che più gli si addiceva, in fondo, studiò per anni solamente per arrivare a quel giorno, il giorno in cui avrebbe avviato la sua propria di se medesimo attività.
    Aveva passato diversi anni all'università di Faquel Cheti Pare, concentrandosi su un unico argomento: il riscaldamento. Arrivò anche ad elaborare una mirabolante teoria: [(C+C)*fc]=F, ovvero, frizionando tra loro in modo continuativamente continuato 2 pezzi di legno, alla fine, forse, si potrebbe accendere un fuocherello.
    Era quello lo scopo della sua vita ora, portare il fuoco in tutte le case del villaggio (che detta così, potrebbe sembrare una minaccia alla Nerone...e forse lo è!).
    Girò per tutto il villaggio, proponendo a chiunque la sua innovazione, ma chiunque lo ignorò.
    Provò anche una nuova teoria, che aveva tenuto nascosta a tutti fino a quel momento: iniziò a consigliare di spargere pezzi di legno su tutto il pavimento, e frizionarli con un altro legno; in quel modo, una volta che tutto il legno avesse preso fuoco, si sarebbe ottenuto ciò che lui chiamava riscaldamento a pavimento.
    Ci fu però un piccolo imprevisto: Yondo non aveva ancora mai messo in atto quella mirabolante (per lui) teoria. Ci fu una famiglia che gli consentì di provarla (debosciati), ed effettivamente fu un successone, all'inizio. Dopo un paio d'ore di sfregamenti, finalmente il legno prese fuoco ed iniziò a scaldare tutto l'ambiente, finchè le fiamme non iniziarono a bruciare anche le pareti ed il tetto, ed al proprietario iniziò a bruciare qualcosaltro.
    Quindi, il fuoco bruciò la casa, al proprietario bruciò il cuelo, Yondo si bruciò 3 dita, a me si sta bruciando il sugo.
    Ancora una volta sconsolato, solo più che mai, il novello Nerone se ne tornò verso la sua casa/panchina, dove, per la prima volta, notò una cosa. Vide Fantaghirò, sempre lui, sempre sdraiato, sempre a prendere il sole, tirare fuori una sigaretta (almeno sigaretta sembrava), estrarre un accendino ed accendersela.
    Ebbene si, gli appiddiesi avevano gli accendini, come tutti nel mondo in fin dei conti, ma se è per questo, avevano anche i termosifoni ed il gas per cucinare, ma tutto questo Yondo non lo sa.


    CAPITOLO 3

    Quella notte fu più tiepida rispetto alle ultime passate, sempre solitaria come un barbun, intendiamoci, ma tiepida, calda. C'entrava forse il rogo che aveva causato il giorno prima? Forse che si, forse che no, forse si può, forse non si puòòòòòòòòò, regina di cuoooooriiiiii...hem, dicevamo.
    Nell'aria aleggiava ancora l'odore acre dell'incendio (nella mia cucina c'è ancora puzza di sugo bruciato e la padella l'ho dovuta buttare, per chi fosse interessato), quando Yondo fu svegliato da una fitta di dolore. Le dita gli bruciavano ancora e doveva trovare un rimedio.
    Provò a sciacquare la mano sotto l'acqua fredda della fontanella, ma poi si accorse che in realtà era il suo amico Fantaghirò (anche se Fantaghirò non sapeva di essere suo amico) che orinava allegramente e liberamente all'aria aperta. C'è da dire però che quella sensazione di fluido caldo sulla mano gli diede un immediato e piacevole sollievo; allo stesso modo c'è da dire che quando Fantaghirò si accorse che Yondo si trastullava con la sua orina, gliene diede tante, ma tante, ma così tante, che addirittura gli si lussò il cervello, e questo fu un danno perenne, anche se danno inizia con la D, ma sempre perenne si dice, vallo a capì.
    Quando Yondo riprese un minimo di lucidità (ogni riferimento alla voglia di ginocchio che aveva in testa è puramente voluta), Fantaghirò era intento a finire ciò che aveva cominciato, poichè si da piccolo gli inculcarono nella testo quella che era la sua filosofia di vita:
    non iniziare mai qualcosa se non puoi finirla, poichè iniziare grandi cose porta grandi responsabilità, grandi responsabilità portano grandi scassamenti, grandi scassamenti ti portano grandi rodimenti di fegato, il fegato ti s'ingrossa e poi muori, e visto che a te non va di fare un cassuo, fatti i cassi tuoi e vivrai cent'anni.
    Futile dire che Fantaghirò stava finendo di oziare al sole come al solito.
    Y: ciao bestia, amico mio.
    F: (sempre assoreta) ciao strunz.
    Y: strunz...come il giocatore tedesco?
    F: hem, si si, proprio quello, gli assomigli sai? :grin: cazzvù che io me ne stavo qua a trastullà?
    Y: ieri mi sono bruciato 3 dita e mi fanno ancora male, ma la tua pipì mi ha alleviato il dolore. Me ne faresti un altro pò?
    F: zozzo feticista, mo ti dò 2 calci nebball se non te ne vai!
    Y: adesso no, magari dopo. Cosa posso fare per le dita?
    F: ficcatele nel naso e tira forte, forse riesci a farle sparire, o speriamo almeno che arrivino su fin nel cervello in modo che ti suicidi. Ti sembro un esperto in ustioni io? No, quindi foraebball.
    Y: ma non c'è un dottore? Mi bruciano tanto.
    F: tra un pò ti brucerà anche un'altra cosa se non te ne vai. Laggiù, dietro la tabaccheria, c'è il dottore, o almeno si spaccia per tale, o sta studiando per diventarlo, va a rompeebball a lui va. Ah, e salutamelo.
    Y: grazie, tu si che sei il mio amico bestia.
    F: abbestiesoretallallero lallallà.
    Attraversata la piazza, passato dietro il tabaccaio, fatto un salto per evitare una merdina, fatto un altro per evitare una vecchina, fatta una giravolta, fatta un'altra volta, iniziò a girargli la testa. Entro nell'ambulatorio e si presentò.
    Y: buongiorno, io sono Yondo.
    Dottore: buongiornoallei. Cheminchiavuole, ah?
    Y: hem scusi, non ho capito il suo nome, lei è il dottor?
    Dottore: miiiiii ma chemminchia d'impiccione sto picciotto. Vuoi sapere chi sono, eh? Vuoi davvero sapere come mi chiamo, eh? Io sono il dottor Michino, da qualcuno conosciuto anche come Michuzzo, ma non lo può dire in giro perchè sta dentro al calcestruzzo.
    Y: scusi dottor Micuz..Michino, volevo dire Michino, avrei un problema.
    M: vediamo, si cali i pancialoni e faccia in fretta.
    Y: ma dottore, come i pantaloni? Nemmeno le ho detto che problema ho!?
    M: aaaaah, vuoi finire nel calcestruzzo? E poi, chi è il dottore qua? Io, o tu?
    Un pò perplesso, Yondo si calò i pantaloni e Michino lo visitò, si che lo visitò, eh se lo visitò.
    Ciò che Yondo non sapeva era che il dottor Michino aveva un simpatico hobby: di tanto in tanto, la sera, smetteva i panni del dottore e metteva la gonna, andando in giro per il villaggio con lo pseudonimo di Michina, da qualcuno chiamata anche Michuzza, la gattina molto truzza, in cerca di compagnia. E chi lo avrebbe mai detto che, udite udite, il buon Fantaghirò era tra i suoi più grandi clienti ammiratori? Io lo sapevo, avendoli visti una sera sotto le finestre di casa mia. Ed a dirla tutta, non capisco il perchè di questa grande ammirazione per lei, in fondo non è che sia tutto questo chissà cosa, ho trovato di meglio.
    Finita la visita, il dottor Michino emise una prima diagnosi:
    M: lei non ha niente che non va, per sicurezza, ripassi il mese prossimo che facciamo una seconda visita. Ora per favore, apra la bocca e dica AAAAAAA.
    Y: ma dottore, ok per il mese prossimo, ma io ero venuto solo perchè mi sono bruciato 3 dita e volevo qualcosa per calmare il dolore.
    M: acciderbolina e poffarbacco, ed io che finora ti ho mi sono sbattuto un sacco! Poteva dirlo subito. Comunque a me pare che lei abbia la gola un pò arrossata, è sicuro che non vuole che la visiti?
    Y: no grazie dottore, la gola sta benissimo. Ha qualcosa da darmi per il bruciore? Per le dita intendo.
    M: ma suvvia giovinotto, per un bruciore vuol mettere il moccolotto? Le posso indicare il rimedio più semplice ed antico di questo mondo: per il bruciore, serve la patata.
    Y: mi sta forse dicendo che...? Quella cosa dottore?
    M: ma certo ragazzo, deve trovare una patata ed infilarci...
    Y: pazzo, lei è pazzo! Arrivederci dottore, e grazie per la visita! Ci vediamo il mese prossimo!
    M: (cosa sarà mai preso a questo tizio, non avrà mica pensato a qualche vizio? Deve solo prendere una patata non condita, ed infilarci dentro le dita. Basta che va in frutteria, ed il dolore presto andrà via. Questi giovani maschi, prendono fischi per fiaschi.)
    Yondo uscì dallo studio medico con andatura un pò...canzonata? Dinoccolata? Come posso dire...insomma, come se invece di una puzzetta, nelle mutande gli uscì una marmotta.
    E riprese il suo vagare per il villaggio, con quel bruciore alle dita che pulsava sempre più forte, con un unico pensiero per la testa:
    Y: (patata, devo trovare una patata!)


    CAPITOLO 4

    Y: (patata, patata, patata, patata, patata, devo trovare una patata! In fondo, per tutto il villaggio, non sarà così difficile trovare una patata :grin: )
    Il nostro, o vostro, o loro, ma anche mio, tuo, suo, girava per il villaggio in cerca di una patata che gli alleviasse il dolore alle dita.
    Però, perchè c'è sempre un però, essendo lui yondo tuttotondo moltotonto, e non avendo ascoltato fino alla fine il consiglio del dottor Michino, come al solito aveva frainteso (eufemismo per non dire che non c'aveva capito na mazza, ma solitamente non mi piace essere volgare), ed invece di essere alla ricerca di una patata intesa come ortaggio, era alla ricerca di una patata intesa come quella cosa la, quella che hanno le femmine, su dai, non fatemi essere scurrile e volgare che avete capito, zozzoni.
    Così, inevitabilmente, accadde l'inevitabile, chiaro no?
    Yondo iniziò a chiedere ad ogni singola ragazza che incontrava sul suo cammino se gli avrebbe potuto dare una mano (non chiedeva esattamente "una mano") per le sue dita.
    I dialoghi andavano tutti più o meno così:
    Y: ciao, io sono Yondo, piacere di conoscerti.
    Rgagazza: ciao.
    Y: mi servirebbe una mano, potresti aiutarmi per favore?
    R: cosa ti serve?
    Y: mi sono bruciato 3 dita, il dottor Michino mi ha detto che devo usare una patata. Mi presteresti la tua per favore?
    R: cosa? Ma io non ho una patata appresso.
    Y: come no? Sei una ragazza, giusto?
    R: certo che si, che domande. E quindi, solo perchè sono una ragazza, dovrei andare in giro con una patata nella borsa?
    Y: nella borsa no, ma ce l'hai li (indicando un punto inequivocabile).
    Qui finiva il dialogo, poichè a quelle parole, puntualmente ed inevitabilmente partivano le inevitabili borsettate, schiaffi, calci nei reni, calci neebball, gomitate e supplex alla wrestling (il che, bisogna dirlo, nel ragazzo provocavano anche un minimo di piacere, soprattutto i calci neebball).
    E Yondo rimaneva abbandonato a terra, dolorante e solo, come al solito.
    Ma non demordendo, prima che la ragazza andasse via del tutto, si giocava la sua ultima carta:
    Y: posso aggiungerti ai miei amici?
    In tutta risposta otteneva una frase difficilmente comprensibile, ma il senso era inequivocabile!
    Una, due, tre, ennesime volte, Yondo ebbe sempre e comunque la stessa risposta, tante botte, ma tante, ma così tante che furono davvero tante.
    Continuando a vagare per il villaggio incontrò un'altra ragazza, e ricominciò col suo solito approccio:
    Y: ciao, io sono Yondo, piacere di conoscerti.
    Ragazza: ciao.
    E fece per andarsene (la ragazza eh, mica Yondo).
    Y: scusa, come ti chiami?
    R: Baffino.
    Y: ah, Baffino, piacere.
    B: tuo!
    Venti gelidi soffiarono in quel lungo momento di silenzio.
    Memore delle tante botte appena prese a destra e manca, il giovane decise di prendere il discorso un po' più alla larga, cercando di stringere amicizia con la ragazza.
    Y: posso offrirti qualcosa da bere?
    B: nu!
    2 di picche!
    Y: posso invitarti a cena?
    B: nope!
    2 di picche!
    Y: possiamo parlare un po' in privato?
    B: niet!
    2 di picche!
    Y: posso avere la tua amicizia?
    B: come ti pare (anche se preferirei di no!)!
    Mezzo 2 di picche!
    Y: sai che sei il mio tipo?
    B: tu non sei il mio!
    2 di picche!
    Su Baffino andrebbero fatte un paio di considerazioni.
    Punto primo, era una ragazza molto algida (anche perchè preferisco l'Algida alla Motta, e poi, dire che era una ragazza motta, si potrebbe pensare chissà cosa.
    A tal proposito ricordo la barzelletta della vecchietta sicula che entra nell'alimentari e chiede:
    mi può dare una colomba?
    Ed il tizio del negozio risponde:
    La vuole Motta?
    E che viva me la vuole dare!?).
    Voci di villaggio (si sa, i villaggi sono come i paesi, le voci girano) sostengono che Baffino abbia dei notevoli baffi (il nome non ha niente a che vedere con si tale elemento fisico), oltre ad avere un notevole piedone, misura 48 giù per su.
    Ora, considerando i baffi ed il 48 di piede (restano comunque voci non cofermate dall'autore, questo ve lo confermo), considerando che Baffino intrattiene una stretta amicizia con Fantaghirò, considerando l'amicizia di Fantaghirò con Michuzza (vedere capitolo precedente), 2+2...e la voce per il villaggio gira (hei, attenzione, lo state dicendo voi, mica io :blabla: )
    Oltre tutto quanto ciò precedentemente detto, va aggiunto che è anche una grande distributrice di 2 picche (come Yondo dovrebbe aver notato, ma su questo nutro poche speranze, ed anche voi, lo so), tant'è vero che nessuno si azzarda mai a giocare a poker o scala40 con lei, visto che quando fa da mazziera si ritrovano tutti con 2 di picche in mano con conseguente sconfitta. Infatti le viene attribuita l'abilità innata della carta (da gioco), anche perchè dai, in un mazzo di carte c'è un solo 2 di picche, non si spiegherebbe altrimenti da dove escano fuori tutti quelli che riesce a distribuire.
    Questo spiega anche perchè, negli ambienti loschi delle bische clandestine del villaggio, lei venga chiamata anche con l'appellativo di Regina di Picche.
    Ragagzzo: c'è qualcosa che non va?
    Y: huh?
    B: ciao caro :blush:
    R: ciao baffettina :blush: cosa succede? Problemi?
    B: mah, problemi no, ma c'è questo tizio che mi sta rompendo un po'.
    Y: ciao, io sono Yondo, piacere di conoscerti.
    R: ciao, piacere tuo. Cosa vuoi da lei?
    Y: ma...sai...l'ho vista, così carina, eh...insomma...capisci no?
    R: capisco. Yondo, tu sei nuovo di queste parti?
    Y: si, sono arrivato da pochi giorni.
    R: immaginavo. Sappi una cosa, amico!
    Y: dimmi!?
    R: Baffino non può essere interessata a te. Lei è mia!
    B: :blush:
    Y: ah, scusa, non credevo...state insieme quindi?
    R: no!
    Y: allora siete sposati? Scusa davvero, non potevo sapere che...
    R: no, nemmeno.
    Y: ma allora, come fa ad essere tua?
    R: noi siamo amanti, punto. E ora, foraebball, barbun.
    Y: ok, scusami. Che figuraccia. Spero che acceti le mie scuse Baffino.
    B: nope!
    2 di picche!
    Y: allora ciao, se è, ci si vede in giro.
    R: si si, ciao eh!?
    Y: scusa, un'ultima cosa.
    R: miiiiiiiii, peggio che sedersi su un istrice. Cosa vuoi ancora?
    Y: no niente, volevo solo sapere il tuo nome.
    R: io mi chiamo Unamico senzaolo2h
    Voglio dire, sono l'autore/scrittore/editore/ideatore della storia, potrò permettermi di fare il figo per una volta no!? Avete qualcosa in contrario? gif
    Così riprese il cammino di Yondo alla ricerca di una patata, sapendo di aver incontrato Unamico.


    CAPITOLO 5
    Era tardo pomeriggio ormai, quando Yondo tornò in quella che ormai era diventata casa sua, piazza BioShout.
    Dopo tanto vagare, dopo tante botte, dopo tante borsettate, insomma dopo tante cose, finalmente il nostro (!?) aveva compreso. Era giunto all'apice del sapere. Aveva trovato la fonte della sapienza (non l'università romana!). Il suo spirito si era elevato ad un livello di conoscenza che un bambino di 2 anni mai potrà raggiungere. Ora lui sapeva. Sapeva che aveva bisogno di una patata ortaggio.
    Ebbene si, dopo aver molestato tutte le donne del villaggio che si erano parate sul suo cammino (veramente aveva anche molestato qualche uomo di dubbia sessualità, lo stolto), finalmente un'anima gentile gli fece la si tanto agognata rivelazione (dopo averlo massacrato di botte, s'intende): sulle sue dita bruciate doveva strofinare una patata dell'orto.
    E così arrivò in piazza con sul viso stampato un sorriso misto a piacere e soddisfazione, non sentendo più le fitte di dolore dovute alle bruciature.
    Avvicinandosi intravide una sagoma vicino ad un lampione. Gli sembrò subito familiare ma allo stesso tempo diversa. Era convinto di aver già visto quella persona, ma c'era qualcosa di diverso.
    Quando gli fu a pochi passi, riconobbe il quella figura il dottor Michino, che però tolto il camice bianco ora indossava una gonna corta e molto aderente, stivali estremamente fini ed eleganti (bianchi lucidi con zeppa e tacco 22) e camicetta aperta sulla scollatura. Era in versione Michina.
    Y: dottore, salve.
    M: ah, ti riconosco, Yondo giusto?
    Y: esatto. All'inizio non l'avevo riconosciuta dottore, mi sembra un po' diverso.
    M: a si, non ho il camice. Sai, quando faccio visite a domicilio mi vesto così. Tu come stai? Risolto poi con la bruciatura? Ci hai messo su una patata?
    Y: hem...si si dottore, tutto a posto, grazie per il consiglio.
    Voce: ciao Michina :blush:
    M: hei, ma ciao :blush:
    Con passo svelto, si stava avvicinando Fantaghirò, stringendo in mano una banconota da 10 pleuri, che al cambio attuale corrispondono a circa 3.99 euro. Eh si, la Michina era molto economica nelle sue visite a “domicilio”, questo spiega il suo successo nel villaggio.
    F: ciao Yondo.
    Y: ciao bestia. Come va?
    F: bene grazie, poi ora che ho visto la mia Michina :blush:
    M: :blush:
    FRUSH FRUSH
    FRUSH FRUSH
    Y: nani?
    F: no Yondo, qui nani non ce ne sono. Gente diversamente bassa si, ma nani proprio no.
    FRUSH FRUSH
    FRUSH FRUSH
    Y: cos'è questo rumore?
    FRUSH
    Y: Baffino?
    B: ciao.
    F: ciao Baffino.
    B: ciao Fanta, ciao Michino.
    M: ciao cara.
    Y: Baffino, cosa facevi dietro quel cespuglio?
    FRUSH FRUSH
    Y: cosa? Ma tu sei Unamico!?
    U: ciao.
    Y: cosa stavate facendo dietro quel cespuglio?
    U: giocavamo...al dottore, ovvio :grin:
    E così i ragazzi si misero a chiacchierare del più e del meno, ma anche del per e del diviso, che poveretti, di loro non si parla mai. Sarà perchè dire “del più e del meno” suona meglio che “del per e del diviso”? O perchè addizioni e sottrazioni sono più semplici delle moltiplicazioni e divisioni? A me non è dato saperlo, ma loro ne parlarono.
    Il tempo trascorreva in allegria, soprattutto per le prese in giro a Yondo, il quale rideva alle battute senza nemmeno accorgersi che si parlava di lui (ricordate? Yondo tutto tonto); talmente in allegria che persino Michina decise di prendersi del tempo libero dal suo secondo lavoro, nonostante Fantaghirò le sventolasse i 10 pleuri sotto il naso ogni tanto, per ricordarle le sue necessità.
    Ragazza: ciao ragazzi.
    Si voltarono a guardarla. E indovinate un po'? Era una ragazza, chi l'avrebbe mai detto!?
    Un coro unanime di 4 voci le rispose: ciao.
    4 voci, non sbagliate. Baffino, Unamico, Fantaghirò e Michino. E Yondo? Ovvio
    Y: ma ciao :blush: (il blush oltre ad essere la sua faccia, uscì anche dalla sua bocca, disse proprio “ma ciao, blush”).
    Y: io sono Yondo. Ti presento i miei amici...
    4 pensieri all'unanimità: “amici? Tuoi? Da quando?”
    Y: lui è Unamico, lei è Baffina (i 2 hanno una storia ma non stanno insieme e non sono sposati), lui è il mio bestia Fantaghirò e infine lui è Michino, il dottore del villaggio.
    Ragazza: ciao, piacere di conoscervi. Io mi chiamo Zawa Zawa. Comunque potete chiamarmi anche Zawie, è più semplice.
    Zawa Zawa, nome non registrato puramente di fantasia che nulla ha a vedere con la foresta di Zawa Zawa, quella del cartone animato Don Chuck castoro, la foresta, tra le montagne, dove don Chuck s'allena, a coglier castagne.
    Y: allora, ciao Zawie :blush: Che dici, possiamo essere amici?
    Z: si, no, forse, dipende. Che ne so, ti ho appena conosciuto.
    Y: ma io ti considero già mia amica.
    Z: contento te.
    Y: dimmi, da dove vieni?
    Z: da casa mia, ovvio.
    Y: quanti anni hai?
    Z: ventordici.
    Y: qual'è il tuo colore preferito?
    Z: il blallo.
    Y: piace molto anche a me come colore :blush:
    Z:
    Y: sei proprio il mio tipo sai? :blush: che fai stasera?
    Z: niente di che, credo che starò a casa.
    Y: allora esci con me, che ne dici?
    Z: ah scusa, mi sono appena ricordata che stasera devo smacchiare un leopardo, scusa.
    Y: fa niente, magari domani sera.
    Z: credo che domani sera sarò impegnata con una visita oculistica ad un pipistrello.
    Y: ok, allora chiamami tu.
    Z: stanne certo, rimani vicino al telefono e non allontanarti, mi raccomando.
    Y: sarà fatto :blush: che lavoro fai Zawie?
    Z: spacco i sassi, ed in questo momento vorrei farlo con la tua testa, che invece spacchi i maroni.
    Y: si, sei proprio il mio tipo.
    Z: buon per te, non per me.
    Baffino: sai Zawie, mi piaci, sei davvero ammirevole
    Z: oh grazie, anche tu non sei male. Scusa se te lo chiedo, ma non sei una grande ammiratrice delle strisce depilsoap, vero?
    B: oh l'hai notato? In tanto tempo sei la prima che se n'è accorta :blush:
    Unamico, Fantaghirò e Michino, in un pensiero unanime: “non è vero, è la prima che ti ha detto che hai i baffi, è diverso.”
    Z: eh già, i baffi sono sempre piaciuti anche a me :blush: che ne dici se stasera andiamo a bere qualcosa insieme?
    B: bere :grin: perchè no!?
    Y: ma Zawie, stasera non avevi da fare col leopardo?
    Z: taci tu :lupin:
    B: ah scusa Zawie, però stasera devo uscire con Unamico.
    Z: peccato.
    U: che problema c'è, usciamo in 3 e via :grin:
    B: per me va bene, che ne dici tu?
    Z: ma si, sarà divertente.
    Y: allora vengo anch'io.
    Unanimamente all'unanimità, Baffino, Unamico e Zawie: taci Yondo!
    E Yondo tacque.
    Così i 3 si avviarono al centro del villaggio, in cerca di un locale dove andare a bere litri di vino, spritz, amari, grappe e qualsiasi altra cosa di alcolico che sarebbe capitata a portata di mano.
    Michino, vista l'ora tarda, decise di iniziare il secondo lavoro, prese i 10 pleuri di Fantaghirò e si avviarono...si avviarono, punto.
    Yondo...Yondo, ennesimamente solo, si rannicchiò sotto la sua panchina, pensando a quella ragazza appena conosciuta, che le era entrato dentro come un chiodo fisso.
    Y: Zawie, ti conquisterò :blush:
    Ma una vocina echeggiava nella sua testa: NOPE :lupin:


    CAPITOLO 6

    NOPE NOPE NOPE NOPE
    Quella frase echeggiò nella sua testa per tutta la notte. Ma quando Yondo si svegliò aveva una sola, unica intenzione, quella di conquistare il cuore di Zawie.
    Spinto dalla fame, si recò al forno del villaggio (si, appena sveglio andò a mangiare. Yondo non si lava. A tal proposito, sapete la differenza tra Yondo e la lava? Yondo si può lavare, ma la lava non si può yondare. Questa è pessima lo so, ma m'è venuta come le puzze di prima mattina, spontaneamente ).
    Y: buongiorno.
    Fornaio: we bbello, buongiorno.
    Y: io sono Yondo, piacere di conoscerla.
    F: piacere tuo, io sono Ciro, il mastrofornaio del villaggio.
    Y: ah, ciao Ciro, da oggi saremo amici.
    C: contento te, contento te!
    Y: ascolta Ciro, ho fame. Cosa mi consigli per fare colazione?
    C: we we bbello, li tieni però i piccioli?
    Y: piccioli no, però ho degli spiccioli.
    C: vabbuò. Allora, il nostro forno, essendo l'unico del paese (grazie anche alle pressioni del signor Michuzzo che non fa aprire forni a nessun altro, ma fa aprire altre cose :grin: ) abbiamo un'ampia varietà di pane e lieviti vari.
    Y: tipo?
    C: e tipo!? Tipo abbiamo pane di frumento, frumento integrale, di riso, riso integrale, di segale, segale integrale ed anche di segatura. In totale abbiamo ben 73 tipi diversi di pane.
    Y: troppi per scegliere. Guarda, fa tu, tanto io mangio tutto, anche pane broccoli e nutella.
    C: eccheschifezz! Be uagliò, se devo essere sincero, la specialità della casa sono 2: la pizza genovese ma soprattutto i biscotti. Io sono il boss dei biscotti, il mastroscief dei biscotti. Anzi, guardandoti bene, tiè, pigliati sto biscottone che mi sa fa proprio per te, offre Ciro oggi.
    Y: oh, molto gentile. Che biscotto è?
    C: io lo chiamo falloso73, è un biscotto di nicchia :grin: il dottor Michino ne va matto 73 centimetri di bontà
    Y: eppure ha una strana forma, mi ricorda qualcosa. Però se piace al dottor Michino, dev'essere ottimo. Grazie mille.
    C: allora buon buonappetito. Ed ora foraebball, su.
    Sgranocchiando l'enorme biscotto si fece un giro per le vie del villaggio, non trovando però niente d'interessante, quindi se ne tornò in piazza.
    Con sua gioia notò che c'erano i suoi soliti amici, intenti nei soliti discorsi senza senso, e si avvicinò col suo solito fare.
    Y: ciao amici.
    TU-TUM
    Il suo cuore prese a battere più forte quando vide che con i suoi amici c'era anche Zawie.
    Y: ciao mia fragolina cioccolatosa :blush:
    Z: sparati.
    Y: ma no dai :blush: come sta oggi il mio cioccolatino fragoloso?
    Z: impiccati.
    Y: sei dolce come un panda zuccheroso :blush:
    Z: ficcati uno spazzolone in bocca Yondo.
    Y: dai, è risaputo che quando ci piace una persona si tende a trattarla male per attirare la sua attenzione :blush: ma tu la mia già ce l'hai :blush:
    Z: lo ammetto, hai ragione. E voglio darti l'estrema prova d'amore. Aspettami qui che vado a prendere uno schiacciasassi.
    Y: ti aspetto qui, mio biscottino inzupposo :blush:
    Z: fustigati!
    E Zawie si allontanò.
    Y: ragazzi voi cosa dite? Come state? Bestia, passata bene la serata?
    F: certo Yondo, sono stato tutto il tempo con la mia Michina :blush: ma Yondo, cos'hai sulla guancia?
    Y: ? cos'ho? Ho mangiato un biscotto ora, saranno delle briciole.
    F: mi pare crema più che briciole. Che biscotto era?
    Y: sono andato al forno di Ciro, mi ha offerto la sua specialità, il falloso73.
    M: qualcuno ha detto falloso73? :blush: vieni qui Yondo, ti pulisco io
    Nel mentre del durante in cui nel quale Michino si dedicava a pulire Yondo, una vocina si udì.
    Vocina: ciao ragazzi. Cosa fate?
    TU-TU-TUM
    TU-TU-TUM
    TU-TU-TUM
    Il cuore di Yondo iniziò a battere all'impazzata.
    Rimase estasiato da quella visione paradisiaca. Da quella ragazza così piccola e carina, con la sua carnagione chiara come il latte, i grandi occhi blu come il profondo dell'oceano, i capelli color viola con riflessi rosa. Se mai esistono gli angeli, Yondo era convinto di averne appena incontrato uno.
    Y: :wub: e tu da dove sbuchi? :wub:
    Vocina: mi conosci?
    Y: :wub: no, ma voglio conoscerti :wub: io sono Yondo :wub:
    V: ah no, perchè hai detto il mio nome. Io mi chiamo Sbuky, piacere di conoscerti Yondo :blush:
    TU-TU-TU-TUM
    Y: Sbuki :wub: che bel nome :wub: ti presento i miei amici, Fantaghirò, Michino, Baffino e Unamico.
    S: ciao ragazzi, piacere di conoscervi :)
    In coro: ciao Sbuky.
    Y: dimmi Sbuky, qual'è il tuo colore preferito?
    S: il rosso.
    Y: come me :wub: siamo anime affini :wub:
    S: solo per un colore in comune? Non corri troppo?
    Y: dici? Vediamo, ti piacciono i cani?
    S: o si, li adoro. Al contrario, odio i gatti.
    Y: sei la donna della mia vita :wub: anch'io odio i gatti, anche se sono più i gatti ad odiare me :cry2: io ho 2 cani, vuoi vedere le loro foto?
    S: fa vedere.
    Y: eccoli, lui è Spinone e lui è Segugio, forse non si capisce, ma sono uno spinone ed un segugio :blush:
    S: evviva la fantasia però sono carini :blush:
    Y: hanno anche 2 figli, Spigugio e Segone. Devo ammettere che Segone è il mio preferito, mi assomiglia molto :blush:
    S: non ho dubbi a credere il contrario
    I 2 continuarono a parlare (di cazzate) per tutto il giorno (più che altro era Yondo a parlare e Sbuky per la maggior parte del tempo si limitava a rispondere alle sue assurde domande). Nemmeno si accorsero che, nel frattempo, gli altri ragazzi se n'erano andati. A Yondo bastava stare a parlare con Sbuky, e Sbuky non poteva sottrarsi a lui.
    Un amore stava sbocciando...?


    CAPITOLO 7

    I giorni passavano e Yondo ormai era focalizzato solamente su Sbuky, passava il suo tempo in funzione di lei: se lei andava in piazza, lui andava in piazza, se lei andava a fare la spesa, lui andava a fare la spesa, se lei andava al bagno, lui prendeva un sacco di botte perchè entrava nel bagno delle donne. Insomma, stava diventando uno stalker a tutti gli effetti, non aveva occhi che per lei e per nessun'altra.
    La cosa sorprendente era che tutto ciò a Sbuky non infastidiva troppo, o almeno non fino al punto da denunciarlo alle autorità e farlo sistemare dai Ciancìca. Anzi, gli dava anche corda, spesso si fermavano a chiacchierare da soli, lui, lei e nessun altro.
    Durante questi incontri, il nostro si faceva sempre più audace ed intraprendente, la corteggiava in maniera esplicita, anche se alcuni suoi slanci un po' troppo slanciosi a Sbuky a volte davano fastidio, ma tutto sommato le attenzioni di quel ragazzo così buffo le facevano piacere.
    Un giorno, mentre passeggiavano insieme...insieme...Sbuky passeggiava e Yondo la seguiva tipo maniaco sessuale molestatore, si ritrovarono in piazza ed incontrarono i soliti amici (a quanto pare, nel villaggio nessuno lavorava mai o studiava, sempre tutti a cazzeggiare stavano, eccetto Ciro, recluso nel suo forno).
    S: ciao ragazzi.
    F: ciao Sbuky.
    M: ciao Sbuky.
    B: ciao Sbuky.
    U: ciao Sbuky.
    Y: ciao ragazzi.
    In coro: ciao.
    Y: che si dice raga?
    F: mah niente di che Yondo, stavamo dicendo che si stava meglio quando si stava senza Yondo, e che domani piove, Yondo ladro.
    Y: è proprio vero, si stava meglio quando pioveva :sisi:
    Un silenzioso coro di si sollevò al sentire quell'affermazione così yondota.
    Zawie: ciao ragazzi, buongiorno.
    Tutti: ciao Zawie.
    Y: ciao Zawie, come stai?
    Z: :blabla: ciao Yondo. Bene grazie, tu, tutto ok?
    Y: si si, grazie. Visto che bella giornata oggi?
    Z: visto :blabla:
    Y: passato una bella serata ieri Zawie?
    Z: :blabla: si, sono stata a casa a fare la calzamaglia per i miei bruchi :sisi:
    Y: che carina che sei :blush:
    Z: Yondo, ma stai bene?
    Y: certo, perchè?
    Z: be, noto che oggi niente fragoline cioccolatose e niente cioccolatini fragolosi :blabla:
    Y: mi spiace Zawie, ma ormai per me c'è solo Sbuky. Mi dispiace davvero farti questo, spezzarti il cuore in questo modo, così all'improvviso, ma l'amore, quando arriva arriva. Spero che un giorno tu riesca a perdonarmi ma che soprattutto riesca a superare questo dolore.
    Z: :cry2: dici sul serio? :cry2: non mi ami più? Me misera e me tapina, ora come farò? :cry2: è una cosa che non posso accettare, vado a tagliarmi le vene con uno spaghetto crudo :cry2: e poi annegherò il mio dolore in una tazza di latte caldo col miele :sisi:
    E Zawie si allontanò, col cuore finalmente sereno, con la speranza di essersi tolta, una volta per tutte, quel gatto nero appeso ai maroni. Fu una notte di baldoria per lei, la gioia era così grande che quella sera uscì, si alcolizzò, si ubriacò, ballò e...il mattino successivo si svegliò nel suo letto con un gran mal di testa, senza ricordare niente di quanto era accaduto e con un tanga in testa. Ma questa è un'altra storia :sisi:
    Quando Zawie andò via, i ragassuoli ripresero i loro soliti discorsi da beoti, finchè una domanda non azzittò tutti!
    Y: Sbuky, ti va stasera di uscire con me?
    :wtf: questa fu l'espressione che tutti fecero, ma il peggio doveva ancora venire.
    S: va bene Yondo :blush: ci vediamo qui stasera alle ventordici, ok?
    :what: questa fu la reazione di tutti quando udirono la risposta positiva di Sbuky.
    Presi da un senso di smarrimento e nausea, tutti decisero di andare via, era troppo, non potevano reggere a quella notizia. Dopo essere stato scaricato ben 73 volte da tutte le ragazze del villaggio, tra cui ricordiamo Baffino e Zawie (ma anche Michina, di questa cosa però preferisco non parlare :nono: è meglio se tutti noi la dimentichiamo ), Yondo aveva appuntamento con una ragazza!
    Il resto della giornata trascorse molto velocemente. Il nostro neo latinlover lo passò sotto la sua panchina, oziando e fantasticando sulla serata che si accingeva a passare con la sua amata. Quando furono quasi le ventordici, decise di prepararsi, quindi andò alla fontanella e si diede una sciacquata al viso, raccolse un mazzetto di fiori morti in un'aiuola e se li passò velocemente sotto le ascelle, ok, era pronto per il suo appuntamento.
    Ore ventordici in punto, Sbuky arrivò puntuale
    La testa di Yondo era così annebbiata dalla gioia, felicità e dalla puzza dei fiori morti, che quando finalmente riuscì a connettere di nuovo, si ritrovò a casa di Sbuky. Lui e lei soli, sul divano, a vedere una puntate di “One spritz”, un cartone animato sud-padano che parla di un giovane ragazzo, gran masticatore di gomme, che vuole diventare il re degli ubriachi, bevendo solamente spritz.
    Il suo cuore batteva all'impazzata, il profumo di lei lo inebriava, era tutto in fermento. E prese una decisione. Fece il grande passo.
    Y: Sbuky!?
    S: si? Cosa c'è Yondo?
    Y: Sbuky...io...
    S: dimmi. Qualcosa non va?
    Y: no...è che...io...Sbuky...io ti voglio, ora.
    S: ma Yondo :wub:
    Y: non si tratta di una cosa fisica Sbuky, ma...è che non so come spiegarlo, ma per me esisti solo tu. Voglio stare con te, adesso, tutta la notte, sempre.
    S: Yondo :*.*: c'è qualcosa però che devo dirti, che devi sapere :(
    Y: cosa? Anche se non c'è cosa al mondo che possa cambiare ciò che sento :blush:
    S: no Yondo, questa cosa devi saperla. Con te sto bene, non sai quanto mi faccia piacere quello che mi hai appena detto, ma c'è una cosa che devi sapere, prima che ci spingiamo troppo oltre.
    Y: e allora dimmi, togliti questo peso, e poi permettimi di amarti...
    S: ho un terribile segreto Yondo. Vedi, io...io...io non ho...


    CAPITOLO 8

    Y: cosa Sbuky, dimmi? Cos'è che non hai? Ti prego, dimmelo.
    S: Yondo! Io non ho la patata!
    Y: in che senso non hai la patata? Cosa vuol dire? Per favore, sii più chiara.
    S: la patata Yondo, non ho la patata! Cosa c'è da aggiungere?
    Y: mi stai dicendo...che non hai la passera?
    S: si, se per passera intendi la papera.
    Y: si, se per papera intendi la baffetta.
    S: si, se per baffetta intendi la spacchetta.
    Y: si, se per spacchetta intendi la vagina.
    S: si, allora hai capito. Io non ce l'ho.
    Y: e com'è possibile? Sei nata con qualche malformazione? E comunque a me non interessa, ciò che provo per te va oltre queste cose.
    S: no, nessuna malformazione. E' che in realtà non sono una vera donna :cry: non del tutto. Io ho l'uccello :cry:
    Y: l'uccello? Intendi dire che hai il fringuello?
    S: si, se per fringuello intendi il pesce.
    Y: si, se per pesce intendi la mazza.
    S: si, se per mazza intendi il bastone.
    Y: si, se per bastone intendi il pupparuolo.
    S: si, se per pupparuolo intendi lo sventrapapere.
    Y: si, se per sventrapapere intendi il pene.
    S: si Yondo, hai capito, jo tengo el casso.
    Y: :what: ma com'è possibile? E come stai parlando?
    S: lascia che ti racconti la mia vera storia.
    En veridà jo me ciamo Sbukenji, e soy un travenji do brasì. A mi casao todo me ciamano Sbukenji, el tapabukenji. Soi venao en esto paesao en cerca di una vita migliore, a mi casao troppi bukenji da tappao. Prima di arrivare in esto villagiu soy passao per el villagiu del fruttenji, e guarda che bei perenji mi son fata fare. Poi son capitata en el villagiu de appidao, ma ho nascosto el mi passao, volevo ricominciare da zeru. Ho cercato un lavoro ma nada, solo un tiziu mi voleva far lavorare nel su fornu de biscotti, e dice che gli ho dato l'ispirassao per un nuovo biscotto, non ricordo il nomenji ma c'entra qualcosa col 73nji. Ma era uno sporcassao, sempre a mirarme i perenji, voleva vedere se erano sodenji, e quindi soy scappao.
    Ero muy tristenji, non sapevo cosa fare, poi jo te ho incontrenji, così tontenji e tenerenji, ed ora siamo acchì, en mi casao, sul mi divanji, e non potevo romperti il cuorenji.
    Soy tremendamenji dispiassao Yondo, ma esto è lo que jo soy. Una donnenji nel corpao de un omenji.
    Quella notizia fu come un fulmine a ciel sereno per Yondo. Lo colpì al centro del cuore. Si sentì catapultato in un altro mondo. La sua Sbuky non era in realtà la dolce ragazza che si era creato nella sua testa. Non del tutto almeno. Ed ora, cosa fare?

    “Prenderlo, o non prenderlo, questo è il problema.
    Amare e soffrire, e il mio retro donare.
    O lasciare, abbandonare, il cuor lasciar spezzare,
    lontano scappare, dietro non farlo avvicinare.
    Così è questo l'amore, gioia e dolore,
    capace di portarti in paradiso, con un dolce sorriso,
    ma allo stesso tempo beffardo, anche per il più testardo,
    può trascinarti all'inferno, bruciando in eterno.
    Amor così dolce, come di miele glassato,
    sconosciuto in fondo, a chi in cuor suo non ha mai amato.
    Amor così aspro, amaro e tagliente,
    che nel cuor ti lascia, come ferite di un fendente.
    Posso io mai, chiamandomi Yondo,
    essere degno, di accettare quest'amore profondo.
    Non è mio destino, non lo è mai stato,
    come io voglio, non sarò mai amato.”



    Y: Sbuky...
    S: Yondo :cry:
    Y: mi dispiace...non posso :cry: è una cosa più grande di me, non ci riesco.
    S: lo capisco :cry: scusami, mi dispiace molto. Avrei dovuto raccontarti tutto dall'inizio. Ti chiedo solo una cosa...
    Y: dimmi.
    S: domani partirò e me ne andrò via. Non cercarmi mai più.
    Y: dici sul serio?
    S: si. Non ho altro da fare in questo villaggio ormai. Ora per favore, vai via...e non voltarti :grin:
    Y: va bene. Ma sappi una cosa: in cuor mio, resterai sempre la mia Sbuky :wub: ora vado...addio :cry:
    S: addio :cry:
    Col cuore infranto (ma qualcosaltro sano) Yondo se ne tornò verso la sua panchina. Ma quella giornata era stata troppo intensa, troppo piena di gioia e di dolore, che non sarebbe mai riuscito ad addormentarsi. Così se ne andò al bar, ancora aperto, e si sedette ad uno sgabello del bancone.
    Il barman, notando la sua faccia affranta, gli chiese cosa fosse successo.
    Barman: che succede amico? :siga:
    Y: lascia stare.
    BM: avanti, dimmi :siga:
    Y: avevo trovato l'amore, ma l'ho perso prima ancora che potesse veramente iniziare.
    BM: brutta storia amico :siga: ne ho sentite molte così :siga: che vuoi farci, questa è la vita :siga:
    Y: si lo so, ma non l'accetto, non posso accettarlo, fa male.
    BM: bevici su, vedrai che il dolore piano piano cesserà :siga:
    Y: barman, ti prego, per favore, fai di me uno sbronzo :wtf:
    E quella sera, per la prima volta in vita sua, Yondo divenne sbronzo...


    CAPITOLO 9
    Fu un periodo buio quello che Yondo attraversò, vagò nell'oscurità per giorni, finchè finalmente non venne risolto il guasto che causò il blackout in tutto il villaggio.
    Il nostro protagonista in quei giorni era perennemente sbronzo, sbronzeggiava con tutti e tutte, iniziò a soffrire di schizofrenia e personalità multiple, ora era Yondo, ora era il sindaco di yondolandia, ora era un famoso allevatore di lumache (solo lui si credeva di essere famoso). Per di più, per tappare quel vuoto nel suo cuore (ma buon per lui non nel suo deretro), iniziò a provarci con tutte e tutti, e quando dico tutte e tutti intendo proprio tutte e tutti; ogni donna che incontrava non sfuggiva alle sue molestie, ma anche ogni uomo, e peggio ancora, ogni cane ed ogni cavallo, ogni essere vivente che si parava sulla sua strada era vittima delle sue avanzose avance. Ci provò anche con un platano che era nella piazza, ma non trovando pertugi a lui favorevoli, desistette da si sacrilego intento.
    Solo Michina cercò di dargli un minimo di conforto, alla modica cifra di 73 pleuri (al cambio attuale 29 euro e 13 centesimi), ma quando si accorse che Yondo era sprovvisto di soldi lo trapanò con un ananas (con sommo piacere di entrambi).
    Da ciò mi torna in mente un antico detto paesano:

    In vino veritas
    In piedi adidas
    In bagno badedas
    In culo ananas.

    Sempre detto io che i vecchi di paese sono sempre stati un passo avanti.
    Il sole era ormai alto in cielo, i passeri volavano e cinguettavano allegri. Il nostro relitto umano fu svegliato da una sensazione d'umido sul viso; uno storno gli aveva appena defecato in faccia.
    Si alzò, ricordando ben poco degli avvenimenti degli ultimi giorni; si diede un'occhiata intorno, aveva i pantaloni ancora mezzi calati, vicino a lui giaceva l'ananas, con una faccina ridente disegnata su col sangue e sul retro un numero 1, di forma vagamente fallica, con su scritto il suo nome, Mikasa.
    Si recò alla fontana, si diede una sciacquata al viso ed iniziò a pensare a cosa gli era successo nell'ultimo periodo.
    Y: ma cosa sto facendo? Cosa sto facendo della mia vita? Sono solo, nessuno mi accetta, tranne il falegname che, quando ho cercato di ingropparmi sua famiglia, ha cercato di accettarmi un braccio.
    Cos'ho concluso finora? Niente. Non ho amici, se non a pagamento. Non ho una donna, mi hanno rifiutato tutte. Baffino, Zawie, Sbuky...Sbuky...la mia Sbuky...Mikasa, tu sei l'unica cosa di positivo che mi sia accaduta fino ad oggi.
    Ora basta, avanti Yondo, rialzati, fatti forza e riparti, non puoi lasciarti abbattere così dalle avversità.
    Rimase 73 minuti immobile a fissare il suo riflesso nell'acqua, finchè decise a muoversi.
    Y: ok, ho deciso, si riparte. Mi ributterò sulla mia fragolina cioccolatosa, Zawie.
    Nello stesso istante, in un luogo lontano, Zawie ebbe un brivido brividoso che la fece rabbrividire con ribrezzo e le sollevò tutti i peli delle braccia (ma anche quelli delle orecchie e del naso), ma non capì perchè.
    Y: Zawie, ti conquisterò!
    Allo stesso tempo, ogni volta che si ripeteva quella frase, sentiva nella sua testa la voce di Zawie, che suonava come un coro di angeli che gli diceva “Yondo, fottiti!”.
    Ogni giorno trascorreva tra una chiacchiera ed un'altra con i suoi amici, facendo discorsi idioti e senza senso (non solo Yondo ma anche gli altri, erano tutti un po' debosciati). Qualche volta, purtroppo troppo raramente, si faceva vedere anche Zawie, e come al solito, non appena la vedeva, il tonto ricominciava con i suoi fragolina cioccolatosa, cioccolatino fragoloso, fragolina champagnosa, ma in cambio non riceva altro che insulti, per il sommo gaudio degli altri ragazzi che assistevano a quel simpatico siparietto.
    Un giorno, mentre era in piazza ad aspettare che qualcuno dei suoi amici arrivasse, notò una ragazza camminare verso di lui. Lui la guardò col suo migliore sguardo allupato, lei lo fissò un attimo, fece un sorriso e lo salutò.
    Si guardò intorno, per vedere se ci fosse qualcuno intorno a lui a cui quel sorriso e quel saluto fossero destinati, ma era solo. Si, quella ragazza stava sorridendo proprio a lui.
    Facendosi coraggio e dopo aver contato fino a 73 prima di aprire bocca (il piccolo tondo stava crescendo) si avvicinò a lei e le rivolse la parola.
    Y: ciao, ci conosciamo? Io mi chiamo Yondo.
    R: ciao. Non credo ci siamo mai incontrati prima, chissà, magari in un'altra vita, chi può dirlo :blush: io mi chiamo...puoi chiamarmi Rin.
    Y: allora piacere di conoscerti Rin. Che poi cos'è, un soprannome? Un diminutivo? O cosa?
    R: diciamo di si, una cosa del genere. Piacere mio Yondo.
    Y: sai che non ti ho mai vista per il villaggio!? E si che sto tutti i giorni in giro, conosco quasi tutti, ma te davvero no.
    R: oh sai, non esco molto spesso di casa. Mio padre è un po' iperprotettivo nei miei confronti. Non so se lo conosci? Si chiama Giacomo, è il portiere del villaggio.
    Y: mmmmmm no, Giacomo, non credo di aver mai conosciuto nemmeno lui. Comunque Rin, che ne dici di andare a bere qualcosa?
    R: ah, ma non stavi aspettando qualcuno? Mi sembrava così.
    Y: si aspettavo degli amici, ma non è che avessimo un vero e proprio appuntamento. Spesso ci incontriamo qui per fare qualche chiacchiera, ma oggi non si è visto nessuno ancora. E poi, anche se arrivano e non mi trovano, non sarà mica la fine del mondo. Allora, che ne dici, ti va?
    R: ma certo. E poi mi fa piacere incontrare gente nuova ogni tanto.
    Y: ok, allora andiamo.
    Seduti ad un tavolino del bar, i 2 ragazzi passarono molto tempo a chiacchierare, a raccontarsi di lor, e stranamente Yondo evitò le sue solite domande del caso (qual'è il tuo colore preferito? Ti piacciono gli animali? Insomma, le solite cose). C'era come una sorta di alchimia tra i 2, si erano appena conosciuti ma era come se si conoscessero da sempre.
    A tardo pomeriggio Rin dovette andare via, ma lasciò Yondo con la promessa che si sarebbero rivisti il giorno dopo, alla stessa ora, nello stesso bar, e così fu il giorno seguente, e quelli che seguirono ancora.
    Qualcosa stava nascendo tra di loro, nessuno dei 2 ne parlava ma entrambi ne erano consapevoli. Quando parlavano si fissavano negli occhi, le loro dita a volte si sfioravano, quando erano insieme era come se il mondo sparisse ed esistessero solamente loro 2.
    Alla fine di quell'ennesimo giorno passato insieme, Rin si alzò per andare via. Yondo si alzò e le afferrò la mano.
    Y: Rin aspetta.
    Lei si girò, ed arrossì sentendo la sua mano calda.
    R: cosa c'è Yondo?
    Y: c'è una cosa che devo dirti prima che tu vada via. Vedi Rin...
    R: dimmi.
    Y: Rin... volevo...volevo...Rin...mica avrai il pene?
    R: Yondo ma che cazz....
    Y: no no dai, stavo scherzando, lo sai che sono un idiota hehehe (ma dopo gli eventi passati sempre meglio accertarsi di certe cose -.- ). No Rin, volevo dirti una cosa, seriamente.
    R: ok, dimmi però.
    Y: io...
    Yondo la avvicinò a se e la baciò. Fu un bacio lungo, delicato, pieno di emozioni. Un bacio che Rin ricambiò allo stesso modo.
    Y: Rin, mi piaci molto, davvero.
    R: anche tu Yondo, mi piaci tanto.
    Tutta rossa in viso, Rin si voltò e se ne andò.
    R: ci vediamo domani Yondo.
    Le disse con il sorriso più bello che il ragazzo avesse mai visto.
    Y: a domani Rin.
    Le rispose lui, con il tono più dolce che sia mai riuscito ad avere.


    CAPITOLO 10

    I giorni continuavano a passare, e Yondo e Rin continuavano ad incontrarsi, tutti i giorni, alla stessa ora, allo stesso bar, sempre il solito tavolo.
    Così come un germoglio spunta dal terreno e cresce, trasformandosi da seme in pianta, se annaffiato regolarmente ed accudito con passione, allo stesso modo il seme della passione tra i due ragazzi aveva germogliato, era cresciuto e stava sbocciando in uno splendido fiore chiamato amore.
    Amore. Quel turbinio di emozioni, quel pout pourri di sentimenti che ci travolge senza che ce ne accorgiamo, come un mare calmo che diventa d'un tratto tempestoso, portandoci via dalla sicurezza della spiaggia, conducendoci al largo, facendoci sentire sperduti. Una tempesta che poi si calma e ci accorgiamo che altro non è che un vento caldo che ci accarezza, dondolati dalle dolci onde del mare.
    Un insieme di pensieri, emozioni, sensazioni, che sfociano in 2 parole. Ti amo.
    Ti amo.
    Questo fu ciò che Yondo le disse, dopo averla abbracciata. In risposta non udì la stessa cosa, ma ebbe un bacio che non lasciava nessun dubbio su quali fossero i sentimenti di Rin nei suoi confronti.
    Y: che ne dici se stasera ti porto a cena fuori? Non sai quanto mi farebbe piacere.
    R: farebbe molto piacere anche a me, ma non posso. Devo assolutamente andare a casa.
    Y: peccato.
    R: già. Però...
    Si fece tutta rossa in faccia.
    Y: Però?!
    R: però...se vuoi...potresti venire a cena da me.
    Y: dici sul serio?
    R: s...si. Stasera sono a casa da sola, e potrei cucinare per te.
    Y: sarebbe fantastico.
    R: ok, allora ti aspetto da me per cena.
    Y: non mancherei per niente al mondo.
    Rin spiegò a Yondo come arrivare a casa sua, gli diede un ultimo bacio e si avviò verso casa. Lui la seguì con lo sguardo, con aria sognante ed innamorata.
    Tornando verso piazza BioShout, si sentiva leggero come una piuma, tutti i suoni erano ovattati, vedeva le persone ma in realtà vedeva solo la strada. Ah l'amur, che effetto che fa. E sul viso, stampato un sorriso.
    Si preparò per la serata, doccia, barba, abiti puliti (ogni tanto, sapete com'è), bello come il sole, i pantaloni di vigogna...ma aveva dimenticato il Lucano.
    Una buona mezz'ora prima dell'appuntamento, s'incamminò seguò le indicazioni che la sua amata le diede. Nel tragitto incontrò Fantachimera e Unamico che stavano andando a fare bisboccia (nel senso di 2 bocce di vino a testa) in un bar.
    F: heilà Yondo.
    Y: hei Bestia. Ciao Una.
    F: assoreta.
    U: ciao Yondo. Dove te ne vai? Tutto bello pulito e profumato che non è da te? Vuoi venire a bere un goccio con noi?
    Y: no grazie, ma per stasera ho altri programmi ragazzi.
    F: a si? Ovvero?
    Y: vado a cena da Rin.
    U: ma dai!? E bravo il nostro Yondo. Cenetta romantica eh?
    Y: hem...hu...si, direi di si.
    F: brava la mia bestia, ti ho cresciuto proprio bene.
    U: taci Fanta, che vai ancora appresso a Michina.
    F: ma dai Una, lo sai che la mia Michina è la mia Michina.
    U: comunque Yondo, cosa le stai portando?
    Y: mmmm in che senso?
    U: Yondo non ci si presenta mai da una ragazza a mani vuote, soprattutto se t'invita a cena da lei.
    Y: ah giusto, non ci avevo pensato.
    F: e ti pare! Dai che ti consiglio io.
    U: taci Fanta, che tu sei abituato a portare a Michino mazzetti di frustini e simili.
    F: ma Una!
    U: Yondo, prendile un bel mazzo di rose, rosse mi raccomando. Ed in numero dispari. Semplice, classico, elegante e romantico.
    Y: grazie Una, sei un amico. Tu Bestia sei uno zozzone hehe.
    F: tu quoque, fili mii!!!
    Dopo una breve deviazione verso il fioraio del villaggio, Yondo giunse di fronte casa di Rin.
    Si sentiva agitato, emozionato, frastornato.
    Si fece coraggio, e suonò alla porta.
    Dopo poco, Rin aprì.
    R: ciao Yondo, benvenuto.
    Un bacio stampato sulle sue labbra gli rischiarì le idee.
    Y: ciao Rin. Queste sono per te.
    Le diede le rose. Un mazzo esageratamente grande di 73 rose rosse.
    R: ma grazie. Che dolce che sei. Ma non credi di aver esagerato!?
    Y: ma che dici!? Per te questo ed altro.
    R: prego accomodati.
    Yondo entrò, e la porta si richiuse alle sue spalle...



    CAPITOLO 11

    ATTENZIONE! DATI I CONTENUTI SCONCI E SCONCERTANTI, MA ANCHE SCONCERTOSI, LA LETTURA DI QUESTO CAPITOLO E' SCONSIGLIATA AD UN PUBBLICO NON IRONICO, NON AUTOIRONICO E PUDICO. POI FATE COME VE PARE

    Rin lo guidò lungo il corridoio fino a farlo entrare in un ampio salone.
    Ciò che Yondo vide, lo lasciò sbalordito, a bocca aperta, esterrefatto, incredulo, allibito, insomma lo lasciò.
    Si ritrovò in un immenso salone. Le bianche pareti erano ornate con drappi rossi damascati che scendevano dal soffitto fino al pavimento a scacchi, coperto quasi interamente da un grande tappeto, anch'esso rosso con bordi dorati.
    Disseminati nella stanza c'erano divani e poltrone in velluto color oro, disposti in modo da lasciare libero lo spazio centrale.
    Una piacevole melodia di violini era diffusa da un vecchio grammofono vicino l'entrata. Numerosi candelabri accesi creavano una luce soffusa e proiettavano ombre sfocate sui muri, ombre che sembravano muoversi in maniera armoniosa con la musica per via del tremolio delle fiamme delle candele. Quelle ombre erano di persone.
    C'erano uomini e donne nudi, chi sul tappeto, chi sui divani, che si divertivano in un baccanale di piacere. Era una festa della disinibizione, un'orgia entusiastica, un amore di gruppo, la caduta di ogni tabù.
    Yondo non sapeva cosa dire di fronte a quella scena, e pensare che tutto ciò stava accadendo proprio a casa della sua dolce Rin lo fece sentire come se il pavimento sotto i suoi piedi fosse sparito, si sentì cadere ogni certezza che avesse avuto fino a quel momento, era confuso da quella situazione. Il suo senso di smarrimento aumentò quando riconobbe quelle persone: erano i suoi amici.
    Riconobbe Ciro e Baffino che si divertivano su un divano, Unamico e Zawie che si sollazzavano sul tappeto al centro della stanza, e poi la vide. La scena più orrida che Yondo avesse mai visto. Ne rimase profondamente disgustato, ma così disgustato che il suo stomaco subì da solo una torsione con rotazione su se stesso. Su una poltrona stava stravaccato Fantaghirò che godeva del piacere orale che gli procurava Michino che a sua volta accoglieva dietro di se Sbuky. Una sorta di trenino dell'amore sporco e perverso.
    A quella vista, Yondo sentì cedere le gambe, non capiva cosa stesse accadendo, non accettava quella cosa, soprattutto non accettava quell'obrobrio di panino farcito con Michino...c'è scappata la rima, quindi canzoncina:
    c'era un panino
    farcito con Michino
    che cedeva il suo buchino
    ad un trasvestitino
    mentre al chimerino
    faceva un bel...lavorettino.
    Si voltò a guardare Rin e notò sul suo volto un'espressione compiaciuta, fremente, ardeva di voglia, non vedeva l'ora di unirsi anche lei a quell'esplosione di piacere. Era trasformata, non sembrava nemmeno più la ragazza all'apparenza indifesa che aveva conosciuto.
    Y: Rin? Cosa sta succedendo?
    R: cosa intendi dire?
    Y: tutto questo...cos'è? Cosa significa?
    R: be mi pare chiaro no? Cosa c'è da spiegare e che non capisci?
    Y: ma, io credevo che tu...insomma, che io e te...potessimo...credevo che mi amassi.
    R: ed è vero, io ti amo Yondo, sicuramente ti amo come non ho mai amato nessun altro in vita mia. Però io amo anche la vita, il divertimento, il piacere. La nostra vita non è infinita, per questo va vissuta e goduta a fondo, ed intendo proprio goduta a fondo.
    Y: e tutto questo quindi cos'è? Solo per piacere?
    R: certo, piacere, tanto piacere, infinitamente piacere, e niente più.
    TAC TAC TAC TAC TAC (rumore di tacchi)
    R: ah, eccoti, sei arrivata finalmente. Yondo, c'è una persona che voglio presentarti.
    Y: e lei chi sarebbe?
    R: ti presento una mia vecchia e carissima amica. Lei è Marya Chiru, in alcuni ambienti è conosciuta come Maryachi la frustina.
    Marya Chiru, conosciuta anche come Maryachi la frustina, era un'allegra ragazza del basso nord, ma anche dell'alto sud.
    Il fatto di essere molto bella (alta circa 1.70, fisico slanciato ed asciutto, lunghi capelli corvini e splendidi occhi smeraldo, fondoschiena tondo e sodo messo in risalto ancor di più dalle sue immancabili scarpe con tacco a spillo da 16 e la costante abbondante scollatura che metteva in risalto un seno prosperoso) le rendeva estremamente facile il potersi dedicare al suo hobby preferito: la frusta.
    Marya era solita recarsi in locali notturni a giorni alterni, riposando la domenica, rimorchiava bei ragazzi...bei ragazzi...uomini...insomma, rimorchiava esseri di sesso maschile, indipendentemente dalla loro età ed aspetto fisico, e li portava a casa sua, nella sua stanza dei giochi. Li, dopo averli fatti denudare, si sollazzava a frustarli, davanti, di dietro, soprattutto di dietro. La sua collezione privata contava di ben 72 diversi modelli di frusta, più la mazza ferrata nucleare (astrorobot docet, e se non lo sapete, sapetelo ed informatevi), per un totale quindi di 73 attrezzi del (suo) piacere.
    Per questa grande occasione, dato che tra le mani (e le fruste) non le era mai capitato un esemplare di Yondo, si vestì con il suo vestito migliore: tuta in latex stile catwoman.
    Mlf: ciao Yondo, piacere di conoscerti. Rin mi ha parlato molto di te e non vedevo l'ora di conoscerti.
    Y: c...ciao Marya...
    Mlf: chiamami Maryachi.
    Y: oh si, scusa...ciao Maryachi, piacere di conoscerti.
    Mlf: non vorresti aggiungermi ai tuoi amici, yondo? E se t'interessa, il mio colore preferito è il nero, come forse avrai capito.
    Y: ah, si...cioè...non lo so...se sei amica di Rin...
    Mlf: hei Rin, come mai il tuo amico è così timido oggi? Eppure mi avevi parlato diversamente di lui.
    R: forse si sente un pochino in soggezione. Che ne dici di scioglierlo un pochino?
    Mlf: non aspettavo altro.
    Maryachi si avvicinò a Rin, l'abbracciò e la baciò, iniziando a spogliarla.
    Contro ogni aspettativa del nostro, Rin non era nuda. Una volta tolti i vestiti rimase con un top sadomaso con 2 piccoli frustini al centro dei seni, un tanga e stivali con tacco 20 alti fin sopra il ginocchio, tutto color nero lucido.
    Le 2 amiche presero yondo e lo portarono dietro una poltrona, lo fecero poggiare allo schienale e gli calarono pantaloni e mutandoni (aveva i mutandoni ascellari in lana stile Fantozzi, ebbene si).
    Yondo non capiva più nulla, era inebetito, si faceva manovrare come un manichino, non riusciva a controllare il suo corpo. Era come vedersi dal di fuori ma senza poter fare niente.
    Y: Rin cosa stai facendo?
    R: tranquillo tesoro. Te l'ho detto, dobbiamo divertirci.
    SWOOSH
    Uno schiocco di frusta schioccò schioccosamente sulle sue chiappe. Maryachi stava dando dimostrazione delle sue grandi abilità che la resero così popolari nei peggiori club sadomaso del paese.
    Numerose frustate frustarono quelle soffici chiappette. Ne prese tante, ma così tante, ma così tante, che dopo 5 minuti avevano preso la parvenza di 2 hamburger grigliati.
    “Facciamo il trenino. Io faccio la locomotiva!”
    Una voce disse questa frase. Manco a provare ad indovinare, fu Michino a dirlo.
    “Io mi metto subito dietro a te!”
    Fantaghirò replicò, ma indovina te.
    Yondo piangeva, piangeva lacrime amare, amare e salate, amare, salate e aspre.
    Erano lacrime di dolore. Non di dolore fisico per le sue chiappe, ma lacrime di dolore per il suo cuore spezzato, frantumato, calpestato. Rin, la sua dolce Rin, quella ragazza che lo amava, non era quella che lui credeva e che si era mostrata fino a quel momento.
    Riuscì a liberarsi, tirarsi su i pantaloni e scappò verso l'uscita.
    R: Yondo dove vai? Non scappare, rimani qui. Yondo! Yondooooo!
    Arrivato vicino la porta allungò una mano per afferrare la maniglia, ma avvenne la tragedia.
    Inciampò su un pelo di cane, cadde in avanti, sbattè la testa sulla maniglia (però riuscì ad aprire la porta, eh!) e finì a terra, in un lago di sangue.
    Yondo! Yondo! Svegliati Yondo! Alzati! Yondo! Yondoooooooo...


    E siamo giunti al capolinea.
    Esattamente 73 giorni dopo l'uscita del PROLOGO, le avventure di Yondo hanno trovato una fine.
    E' stato un viaggio lungo, estenuante, fatto di alti e di bassi, di momenti epici e di altri di vuoto, come può capitare in ogni opera.
    Vorrei ringraziare i miei accaniti fens che in tutto questo tempo mi hanno supportato, sopportato ed insultato :saske:
    Un sentito grazie va anche a tutti colori che volontariamente o non hanno ispirato quest'opera di si tale rara bruttezza bellezza.
    Il grazie più grande va al nostro protagonista, che riposi in pace :u.u:
    L'opera prima del sommo Hashi Shinfumo termina qui e vi saluto promettendovi che mai più riprenderò questo schifo capolavoro.
    Ed ora non perdetevi l'ultimo epico capitolo di Yondo, il manga del tanga.
    Buona lettura.

    CAPITOLO 12

    “Yondo! Yondo! Svegliati Yondo! Alzati! Yondo! Yondoooooooo...”
    Riconoscendo la voce di Fantachimera, aprì gli occhi, ma subito rimase inorridito.
    Y: lasciamo stare, lurido sudicione. Tornatene a fare le tue zozzerie con Michino e Sbuky e non toccarmi mai più!
    F: Yondo, ma di cosa stai parlando?
    Y: si, ora fai il finto tonto, come se non ti avessi visto poco fa sulla poltrona mentre eri intento nel tuo triangolo amoroso! Zozzo!
    F: poltrona? Triangolo amoroso? Ma sei impazzito? Siamo in piazza, vedi delle poltrone? Panchine si, ma vedi delle poltrone?
    Y: cosa, in piazza? Ma non siamo a casa di Rin?
    F: ma tu stai davvero male!? Stavi andando a casa di Rin quando sei svenuto e caduto a terra. Non hai fatto nemmeno 5 metri. Cos'è, l'emozione ti ha fatto un brutto scherzo?
    Y: stai dicendo sul serio? Quindi mi sono sognato tutto?
    F: senti, non so cosa la tua testa pervertita e bacata sia riuscita ad immaginare, ma guardati intorno. Siamo in piazza, siamo tutti qui, non ci siamo mossi di una virgola. E, tra l'altro, non sei in ritardo per il tuo appuntamento?
    Y: ritardo? O cacchio. Devo correre da Rin. Scusami Fanta ma devo scappare, poi ti racconto del mio sogno.
    F: (come se me n'importasse)...certo certo, poi mi racconti tutto, ora però vattene.
    Y: ciao Fanta, ci vediamo.
    Un sogno. Fu tutto un sogno, un incubo anzi. D'altronde, la dolce Rin non poteva essere la persona che aveva appena sognato.
    Yondo si diresse verso casa di Rin a passo svelto, svelto ma non di corsa, onde non favorire troppo la traspirazione della pelle che altrimenti avrebbe creato quello sgradevole fenomeno che in gergo viene chiamato “ascella pezzata”. Finchè arrivò davanti la porta di casa.
    Bussò, in uno stato misto di ansia e paura, con l'ancor fresco ricordo del sogno appena fatto. E la porta si aprì.
    Rin lo accolse con un sorriso splendido.
    R: benvenuto. Non vedevo l'ora che arrivassi. Vieni, accomodati.
    F: si grazie. Scusa per il ritardo, ma ho avuto...un contrattempo, ecco.
    R: naaaa tranquillo, non c'è problema.
    E lo baciò appassionatamente, accompagnandolo poi verso il salone.
    Proprio come nel suo sogno, Yondo rimase sbalordito ed a bocca aperta. Ma stavolta fu una piacevole sorpresa. La stanza era illuminata unicamente da candele sparse ovunque, a centrotavola un candelabro a 5 bracci ed il tavolo imbandito con leccornie che il nostro amico mai aveva assaporato prima d'ora (il barbùn).
    Y: Rin...è stupendo...ah a proposito, scusa, che scemo che sono. Queste sono per te.
    Le porse le rose, che la ragazza prese con estremo piacere e le ripose in un vaso di cristallo nella stanza.
    Poi si sederono ed iniziarono la cena con un calice di vino, brindando a loro due ed a quella serata.
    Y: Ma davvero hai preparato tutto tu?
    R: certo. Cucinare mi piace molto, e poi cucinare per te è stato un vero piacere. Sono stata tutto il giorno a preparare in attesa di questo momento.
    Y: che dolce che sei. E' tutto così bello che quasi mi dispiace doverlo mangiare.
    R: ma sai, il piacere di mangiare comincia mangiando con gli occhi.
    Y: a si? Non lo sapevo. Allora buon appetito.
    E cominciò a mangiare, con gli occhi, proprio come gli aveva appena detto la sua amata. Il tonto però non capì che quella di mangiare con gli occhi era una sorta di metafora, voleva dire che anche l'occhio voleva la sua parte, che il piacere del palato va accompagnato al piacere degli occhi, invece no! Lui la prese letteralmente alla lettera, e s'infilò 2 carote sottaceto negli occhi.
    Y: questa cosa di mangiare con gli occhi...per me è nuova. Sono sicuro che col tempo imparerò ad apprezzarla, ma per il momento credo che preferirò il mangiare normale.
    R: ma dai, sei sempre il solito scemo, sempre a voler scherzare e giocare hehehe. Togliti quelle carote dagli occhi, su.
    Y: scherzare? Eh si, lo sai che sono uno zuzzurellone hehehe.
    E si sfilò le carote, mostrando 2 occhi arrossati e gonfi di lacrime.
    La cena, quella vera, finalmente iniziò, e filò liscia senza altri disguidi, tra antipasti vari, primo, secondo, contondo...hem, contorno.
    Finita la cena Rin si alzò, andò alle spalle di Yondo e gli disse all'orecchio di mettersi comodi sul divano per gustare il dolce.
    Yondo non se lo fece ripetere 2 volte e, travisando le parole della ragazza, si indirizzò verso il divano iniziando a sganciarsi la cintura e sbottonarsi i pantaloni.
    R: ma cosa stai facendo?
    Y: quello che hai detto tu! Mi sto mettendo comodo per gustarmi il dolce.
    R: e c'è bisogno di sbottonarti i pantaloni per questo?
    Y: e certo, altrimenti come potremmo gust....ah....ti stavo prendendo in giro un'altra volta, sciocchina hehehe.
    R: hum, quasi quasi stavolta ci cascavo.
    Y: ma no, ma che pensi, per chi mi hai preso hahahaha (porca zozza stavo peffà na cazzata).
    Lui si sedette sul divano, lei sparì dietro la porta per tornare un minuto dopo con il dolce ed una bottiglia d'amaro Iaghermaister...Ieghermaister...Giaghermaister...insomma quello la, come si dice si dice, sono fatti miei.
    Anche il dolce e l'amaro se ne andarono via, in compenso arrivò un cinghiale sullo stomaco di Yondo, dopo tale mangiata, che manco un barattolo formato famiglia di brioschi l'avrebbe aiutato a digerire. Rin gli si avvicinò...
    R: ho voglia di te.
    Y: scusa Rin, ma almeno su questo abbiamo gusti differenti. Io preferirei un caffè.
    R: ma no, non hai capito. Ho voglia di te.
    Y: e ho capito, ma io preferirei un caffè. Poi oh, se insisti, vada per il te.
    R: dai, basta scherzare. Vieni con me Yondo, andiamo in camera mia.
    Y: ma la cucina non è di la? Che fai il te in cam...aaaaaaaaaahhhh, hai voglia di te...me!?
    R: e già hehe caro il mio sciocchino, seguimi.
    Gli diede un leggero bacio, lo prese per mano e lo condusse al piano di sopra, verso la sua camera da letto. Aprì la porta, lo fece entrare e la richiuse dietro di loro.
    E si, quella notte, finalmente, Yondo e Rin fecero l'amore. Ma com'è prassi in questi casi, ciò che succede in camera da letto rimane in camera da letto...se si chiudono porte e finestre, altrimenti qualcuno potrebbe vedervi. Ma visto che i 2 ragazzi chiusero la porta e le tende alle finestre, a voi non è dato sapere cosa accadde esattamente, anche se vorreste saperlo. Non vi dirò nemmeno che la prima volta Yondo durò ben 73 secondi, compreso il tempo di denudarsi. E già.
    Nel cuore della notte, Yondo ronfava beato a panza all'aria e bolla al naso. Al suo fianco, Rin lo guardava con occhi languidi.
    Risvegliato dall'esplosione di una bolla, il ragazzo si guardò intorno spaesato, finchè non incrociò lo sguardo di Rin.
    Y: hei, che c'è? Perchè quella faccia?
    R: devo parlarti Yondo.
    Y: di cosa?
    R: c'è qualcosa che ti ho nascosto, e che devi assolutamente sapere. Anche se questo potrebbe cambiare le cose tra di noi.
    Y: lo sai che puoi parlarmi di tutto e dirmi qualsiasi cosa. Ciò che provo per te non potrà mai cambiare.
    R: si ma prima devi ascoltare ciò che ho da dirti. Ricordi che quando ci siamo conosciuti ti dissi che potevi chiamarmi Rin? E che sono figlia di Giacomo il portiere del villaggio?
    Y: certo che lo ricordo, come potrei dimenticare quel giorno.
    R: bè, devi sapere che il mio nome non è Rin, o meglio, Rin è un diminutivo. Io in realtà sono...Rinata dal futuro.
    Y: cosa? Dal futuro? Non dirmi che...?
    R: si, hai capito bene.
    Y: quindi tu hai una Delorean? Ti prego, fammici fare un giro. Vorrei poter tornare al giorno in cui il dottor Michino mi visitò per avvertire me stesso di farsi fare anche la visita alla gola. Effettivamente da quel giorno ho un dolorino che non se n'è mai andato.
    R: Yondo smettila. A volte davvero non capisco se sei scherzi o se sei seriamente imbecille.
    Y: più la seconda ma tu continua a pensare la prima. Ma, com'è possibile che tu venga dal futuro?
    R: mio padre si è inventato questa cosa dei viaggi temporali ed ha deciso di mandarmi nel passato.
    Y: (quindi una Delorean esiste davver, devo assolutamente trovarla). E perchè saresti venuta in questo tempo, e perchè da me?
    R: nel mio tempo, noi due siamo sposati, siamo moglie e marito ed abbiamo 3 figli, Dado, Bullone e Rondella. Però un giorno arrivò nel nostro villaggio un tizio che disse in giro che in realtà lui era mio padre, ed anche tuo padre.
    Y: com'è possibile? Quindi io e te...
    R: si, io e te siamo moglie e marito, ma anche fratello e sorella. Mia madre e la tua alla fine hanno confessato i loro misfatti.
    Y: e quest'uomo chi è?
    R: nostro padre, il nostro padre biologico, si chiama Caciara, ed ha infatti mandato in caciara tutte le cose nel nostro villaggio.
    Una volta scoperta tutta la verità, tu sei stato condannato a morte per incesto. Al nostro tempo le pene sono estremamente severe a riguardo.
    A seguito della tua morte io stavo impazzendo, mi sono strappata tutti i peli delle nocche delle mani e dei piedi. Mio padre, quello che ritengo il mio vero padre, Giacomo, non riusciva più a sopportare di vedermi in quello stato pietoso (e tra l'altro io stesso ammetto che fosse uno spettacolo alquanto schifoso) così si è inventato i viaggi nel tempo e mi ha mandato qui da te, per metterti a conoscenza di Caciara.
    Y: ma scusa Rin, ok, ora so che in giro c'è Caciara, e va bene. Ma io e te...siamo innamorati no? Ed abbiamo fatto l'amore. Quindi, cos'è cambiato?
    R: hai ragione Yondo, mi sono dimenticata che mio padre mi aveva anche consegnato un messaggio da darti, nel caso in cui noi ci fossimo comunque innamorati. Il messaggio diceva “Yondo, usa la forza...ed il preservativo, così non avrai figli”. In questo modo, non ci potranno mai essere prove del nostro amore, se nessuno ci vede.
    Y: ma riscusa Rin, tu mi hai detto che avevi preso la pillola!?
    R: ops, era per il mal di testa quello. Che tonta, si vede che a stare troppo tempo vicino a te mi hai contagiata.
    Y: ed ora cosa possiamo fare?
    R: non lo so Yondo, ormai sono incinta.
    Y: hei non correre, come fai a dire che sei incinta? Non ne hai certezza?
    R: ma le donne certe cose se le sentono. Ormai dovrai occuparti di me e del tuo bambino.
    Y: veramente ci sarebbero altre alternative sai? Andare all'ospedale, rivolgerci ad un dottore, magari fare prima un test per la gravidanza per vedere se sei effettivamente incinta.
    R: non ci resta altro da fare che scappare via. Scapperemo in un altro villaggio, cambieremo nome, vivremo per sempre insieme e cresceremo i nostri bambini all'aria aperta.
    Y: Rin, non ti sembra di correre un po' troppo?
    R: correre, giusto, dobbiamo correre e sbrigarci ad andare via. Le mie valigie sono pronte, vestiamoci ed andiamo.
    Y: ma Rin...
    R: Yondo, tu mi ami?
    Y: certo che si. Solo che questa cosa, così all'improvviso...
    R: anch'io ti amo, ed ho fatto tutto questo solo per stare con te, avere una seconda occasione per vivere insieme, felici, senza nessuno che si possa intromettere tra noi. Quindi ora ti chiedo di seguirmi.
    I suoi occhi pieni di lacrime, la sua voce rotta dai singhiozzi. Yondo non seppe resistere, quindi si alzò, si vestì, una volta che Rin fu pronta presero le valigie e nel cuore della notte fuggirono dal villa delle AnimePovereDebosciate verso orizzonti misteriosi.
    Il giorno dopo ed i giorni a seguire tutti si resero conto della sua assenza, ma nessuno se ne fece un problema e nessuno pensò a cercarlo.
    Nei mesi successivi Yondo e Rin si stabilirono nel paese di (non posso dirlo, è top secret). Yondo cambiò il suo nome in Brondo ed ottenne un posto di lavoro come centralinista in un call center (in nome omen), Rinata cambiò invece in Rintronata, e si dedicò ad allevare i loro figli di giorno e fare baldoria con gli amici di notte, lasciando Yondo...no scusate, Brondo, al suo posto.
    Negli anni il nostro amico Yondo/Brondo partorì con dolere 3 figli, appunto Bullone, Dado e Rondella, e si, avete capito bene, Yondo partorì con dolore. Ancora nessuno sa in base a quale legge della biologia ci riuscì, ma fece per ben 3 volte il miracolo di far passare un cocomero per un buco grande come un'oliva o poco più. Se questo non è dolore, ditemi voi.
    Ciò che Yondo non seppe mai e non ne venne mai a conoscenza, era che Rin in realtà non era altro che un'approfittatrice, una scalatrice sociale, una nullatenente che non cercava altro che un uomo che la mantenesse e le facesse fare una vita agiata (e con Yondo ha fatto centro, si si, già già).
    Rinata dal futuro non esisteva, Giacomo il portiere si, gli ho dato anche 5 euri di mancia per Natale, Caciara non si sa, forse si, forse no.
    Fatto che sta che la storia di Rinata dal futuro è un'invenzione pazzesca a cui solo Yondo avrebbe potuto credere? O forse no!?
    Così si concluse la sua vita, basata su bugie, false verità e menzogne, con una moglie che in realtà non conosceva e con 3 figli che in realtà...non erano nemmeno i suoi!


    Edited by Yondaime H0-Kage - 29/12/2014, 18:37
     
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  2. Alex To Mars
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    Sono morto dal ridere, sei un grande :ahah: :ahah: :ahah: :ahah: :ahah:
     
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    ^_^ per fotuna qualcuno che lo legge anche qui c'è :mki: :

    dovrà uscire a breve il capitolo 9 :ciao:

    a prestoooo :oppai:
     
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    CAPITOLO 9
    Fu un periodo buio quello che Yondo attraversò, vagò nell'oscurità per giorni, finchè finalmente non venne risolto il guasto che causò il blackout in tutto il villaggio.
    Il nostro protagonista in quei giorni era perennemente sbronzo, sbronzeggiava con tutti e tutte, iniziò a soffrire di schizofrenia e personalità multiple, ora era Yondo, ora era il sindaco di yondolandia, ora era un famoso allevatore di lumache (solo lui si credeva di essere famoso). Per di più, per tappare quel vuoto nel suo cuore (ma buon per lui non nel suo deretro), iniziò a provarci con tutte e tutti, e quando dico tutte e tutti intendo proprio tutte e tutti; ogni donna che incontrava non sfuggiva alle sue molestie, ma anche ogni uomo, e peggio ancora, ogni cane ed ogni cavallo, ogni essere vivente che si parava sulla sua strada era vittima delle sue avanzose avance. Ci provò anche con un platano che era nella piazza, ma non trovando pertugi a lui favorevoli, desistette da si sacrilego intento.
    Solo Michina cercò di dargli un minimo di conforto, alla modica cifra di 73 pleuri (al cambio attuale 29 euro e 13 centesimi), ma quando si accorse che Yondo era sprovvisto di soldi lo trapanò con un ananas (con sommo piacere di entrambi).
    Da ciò mi torna in mente un antico detto paesano:

    In vino veritas
    In piedi adidas
    In bagno badedas
    In culo ananas.

    Sempre detto io che i vecchi di paese sono sempre stati un passo avanti.
    Il sole era ormai alto in cielo, i passeri volavano e cinguettavano allegri. Il nostro relitto umano fu svegliato da una sensazione d'umido sul viso; uno storno gli aveva appena defecato in faccia.
    Si alzò, ricordando ben poco degli avvenimenti degli ultimi giorni; si diede un'occhiata intorno, aveva i pantaloni ancora mezzi calati, vicino a lui giaceva l'ananas, con una faccina ridente disegnata su col sangue e sul retro un numero 1, di forma vagamente fallica, con su scritto il suo nome, Mikasa.
    Si recò alla fontana, si diede una sciacquata al viso ed iniziò a pensare a cosa gli era successo nell'ultimo periodo.
    Y: ma cosa sto facendo? Cosa sto facendo della mia vita? Sono solo, nessuno mi accetta, tranne il falegname che, quando ho cercato di ingropparmi sua famiglia, ha cercato di accettarmi un braccio.
    Cos'ho concluso finora? Niente. Non ho amici, se non a pagamento. Non ho una donna, mi hanno rifiutato tutte. Baffino, Zawie, Sbuky...Sbuky...la mia Sbuky...Mikasa, tu sei l'unica cosa di positivo che mi sia accaduta fino ad oggi.
    Ora basta, avanti Yondo, rialzati, fatti forza e riparti, non puoi lasciarti abbattere così dalle avversità.
    Rimase 73 minuti immobile a fissare il suo riflesso nell'acqua, finchè decise a muoversi.
    Y: ok, ho deciso, si riparte. Mi ributterò sulla mia fragolina cioccolatosa, Zawie.
    Nello stesso istante, in un luogo lontano, Zawie ebbe un brivido brividoso che la fece rabbrividire con ribrezzo e le sollevò tutti i peli delle braccia (ma anche quelli delle orecchie e del naso), ma non capì perchè.
    Y: Zawie, ti conquisterò!
    Allo stesso tempo, ogni volta che si ripeteva quella frase, sentiva nella sua testa la voce di Zawie, che suonava come un coro di angeli che gli diceva “Yondo, fottiti!”.
    Ogni giorno trascorreva tra una chiacchiera ed un'altra con i suoi amici, facendo discorsi idioti e senza senso (non solo Yondo ma anche gli altri, erano tutti un po' debosciati). Qualche volta, purtroppo troppo raramente, si faceva vedere anche Zawie, e come al solito, non appena la vedeva, il tonto ricominciava con i suoi fragolina cioccolatosa, cioccolatino fragoloso, fragolina champagnosa, ma in cambio non riceva altro che insulti, per il sommo gaudio degli altri ragazzi che assistevano a quel simpatico siparietto.
    Un giorno, mentre era in piazza ad aspettare che qualcuno dei suoi amici arrivasse, notò una ragazza camminare verso di lui. Lui la guardò col suo migliore sguardo allupato, lei lo fissò un attimo, fece un sorriso e lo salutò.
    Si guardò intorno, per vedere se ci fosse qualcuno intorno a lui a cui quel sorriso e quel saluto fossero destinati, ma era solo. Si, quella ragazza stava sorridendo proprio a lui.
    Facendosi coraggio e dopo aver contato fino a 73 prima di aprire bocca (il piccolo tondo stava crescendo) si avvicinò a lei e le rivolse la parola.
    Y: ciao, ci conosciamo? Io mi chiamo Yondo.
    R: ciao. Non credo ci siamo mai incontrati prima, chissà, magari in un'altra vita, chi può dirlo :blush: io mi chiamo...puoi chiamarmi Rin.
    Y: allora piacere di conoscerti Rin. Che poi cos'è, un soprannome? Un diminutivo? O cosa?
    R: diciamo di si, una cosa del genere. Piacere mio Yondo.
    Y: sai che non ti ho mai vista per il villaggio!? E si che sto tutti i giorni in giro, conosco quasi tutti, ma te davvero no.
    R: oh sai, non esco molto spesso di casa. Mio padre è un po' iperprotettivo nei miei confronti. Non so se lo conosci? Si chiama Giacomo, è il portiere del villaggio.
    Y: mmmmmm no, Giacomo, non credo di aver mai conosciuto nemmeno lui. Comunque Rin, che ne dici di andare a bere qualcosa?
    R: ah, ma non stavi aspettando qualcuno? Mi sembrava così.
    Y: si aspettavo degli amici, ma non è che avessimo un vero e proprio appuntamento. Spesso ci incontriamo qui per fare qualche chiacchiera, ma oggi non si è visto nessuno ancora. E poi, anche se arrivano e non mi trovano, non sarà mica la fine del mondo. Allora, che ne dici, ti va?
    R: ma certo. E poi mi fa piacere incontrare gente nuova ogni tanto.
    Y: ok, allora andiamo.
    Seduti ad un tavolino del bar, i 2 ragazzi passarono molto tempo a chiacchierare, a raccontarsi di lor, e stranamente Yondo evitò le sue solite domande del caso (qual'è il tuo colore preferito? Ti piacciono gli animali? Insomma, le solite cose). C'era come una sorta di alchimia tra i 2, si erano appena conosciuti ma era come se si conoscessero da sempre.
    A tardo pomeriggio Rin dovette andare via, ma lasciò Yondo con la promessa che si sarebbero rivisti il giorno dopo, alla stessa ora, nello stesso bar, e così fu il giorno seguente, e quelli che seguirono ancora.
    Qualcosa stava nascendo tra di loro, nessuno dei 2 ne parlava ma entrambi ne erano consapevoli. Quando parlavano si fissavano negli occhi, le loro dita a volte si sfioravano, quando erano insieme era come se il mondo sparisse ed esistessero solamente loro 2.
    Alla fine di quell'ennesimo giorno passato insieme, Rin si alzò per andare via. Yondo si alzò e le afferrò la mano.
    Y: Rin aspetta.
    Lei si girò, ed arrossì sentendo la sua mano calda.
    R: cosa c'è Yondo?
    Y: c'è una cosa che devo dirti prima che tu vada via. Vedi Rin...
    R: dimmi.
    Y: Rin... volevo...volevo...Rin...mica avrai il pene?
    R: Yondo ma che cazz....
    Y: no no dai, stavo scherzando, lo sai che sono un idiota hehehe (ma dopo gli eventi passati sempre meglio accertarsi di certe cose -.- ). No Rin, volevo dirti una cosa, seriamente.
    R: ok, dimmi però.
    Y: io...
    Yondo la avvicinò a se e la baciò. Fu un bacio lungo, delicato, pieno di emozioni. Un bacio che Rin ricambiò allo stesso modo.
    Y: Rin, mi piaci molto, davvero.
    R: anche tu Yondo, mi piaci tanto.
    Tutta rossa in viso, Rin si voltò e se ne andò.
    R: ci vediamo domani Yondo.
    Le disse con il sorriso più bello che il ragazzo avesse mai visto.
    Y: a domani Rin.
    Le rispose lui, con il tono più dolce che sia mai riuscito ad avere.


    eccolooooo :ciao:
     
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  5. Alex To Mars
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    Oddio sto male :ahah: :ahah: :ahah: :ahah: :ahah: :ahah: :ahah: :ahah: :ahah: :ahah:
     
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    Alex, posso aggiungerti agli amici del forum?
     
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  7. Alex To Mars
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    CITAZIONE (Yondaime H0-Kage @ 2/12/2014, 21:32) 
    Alex, posso aggiungerti agli amici del forum?

    Certo, no problem!
     
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    Aggiunto!! benvenuto tra gli Yondo Friends ^_^
     
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    CAPITOLO 10

    I giorni continuavano a passare, e Yondo e Rin continuavano ad incontrarsi, tutti i giorni, alla stessa ora, allo stesso bar, sempre il solito tavolo.
    Così come un germoglio spunta dal terreno e cresce, trasformandosi da seme in pianta, se annaffiato regolarmente ed accudito con passione, allo stesso modo il seme della passione tra i due ragazzi aveva germogliato, era cresciuto e stava sbocciando in uno splendido fiore chiamato amore.
    Amore. Quel turbinio di emozioni, quel pout pourri di sentimenti che ci travolge senza che ce ne accorgiamo, come un mare calmo che diventa d'un tratto tempestoso, portandoci via dalla sicurezza della spiaggia, conducendoci al largo, facendoci sentire sperduti. Una tempesta che poi si calma e ci accorgiamo che altro non è che un vento caldo che ci accarezza, dondolati dalle dolci onde del mare.
    Un insieme di pensieri, emozioni, sensazioni, che sfociano in 2 parole. Ti amo.
    Ti amo.
    Questo fu ciò che Yondo le disse, dopo averla abbracciata. In risposta non udì la stessa cosa, ma ebbe un bacio che non lasciava nessun dubbio su quali fossero i sentimenti di Rin nei suoi confronti.
    Y: che ne dici se stasera ti porto a cena fuori? Non sai quanto mi farebbe piacere.
    R: farebbe molto piacere anche a me, ma non posso. Devo assolutamente andare a casa.
    Y: peccato.
    R: già. Però...
    Si fece tutta rossa in faccia.
    Y: Però?!
    R: però...se vuoi...potresti venire a cena da me.
    Y: dici sul serio?
    R: s...si. Stasera sono a casa da sola, e potrei cucinare per te.
    Y: sarebbe fantastico.
    R: ok, allora ti aspetto da me per cena.
    Y: non mancherei per niente al mondo.
    Rin spiegò a Yondo come arrivare a casa sua, gli diede un ultimo bacio e si avviò verso casa. Lui la seguì con lo sguardo, con aria sognante ed innamorata.
    Tornando verso piazza BioShout, si sentiva leggero come una piuma, tutti i suoni erano ovattati, vedeva le persone ma in realtà vedeva solo la strada. Ah l'amur, che effetto che fa. E sul viso, stampato un sorriso.
    Si preparò per la serata, doccia, barba, abiti puliti (ogni tanto, sapete com'è), bello come il sole, i pantaloni di vigogna...ma aveva dimenticato il Lucano.
    Una buona mezz'ora prima dell'appuntamento, s'incamminò seguò le indicazioni che la sua amata le diede. Nel tragitto incontrò Fantachimera e Unamico che stavano andando a fare bisboccia (nel senso di 2 bocce di vino a testa) in un bar.
    F: heilà Yondo.
    Y: hei Bestia. Ciao Una.
    F: assoreta.
    U: ciao Yondo. Dove te ne vai? Tutto bello pulito e profumato che non è da te? Vuoi venire a bere un goccio con noi?
    Y: no grazie, ma per stasera ho altri programmi ragazzi.
    F: a si? Ovvero?
    Y: vado a cena da Rin.
    U: ma dai!? E bravo il nostro Yondo. Cenetta romantica eh?
    Y: hem...hu...si, direi di si.
    F: brava la mia bestia, ti ho cresciuto proprio bene.
    U: taci Fanta, che vai ancora appresso a Michina.
    F: ma dai Una, lo sai che la mia Michina è la mia Michina.
    U: comunque Yondo, cosa le stai portando?
    Y: mmmm in che senso?
    U: Yondo non ci si presenta mai da una ragazza a mani vuote, soprattutto se t'invita a cena da lei.
    Y: ah giusto, non ci avevo pensato.
    F: e ti pare! Dai che ti consiglio io.
    U: taci Fanta, che tu sei abituato a portare a Michino mazzetti di frustini e simili.
    F: ma Una!
    U: Yondo, prendile un bel mazzo di rose, rosse mi raccomando. Ed in numero dispari. Semplice, classico, elegante e romantico.
    Y: grazie Una, sei un amico. Tu Bestia sei uno zozzone hehe.
    F: tu quoque, fili mii!!!
    Dopo una breve deviazione verso il fioraio del villaggio, Yondo giunse di fronte casa di Rin.
    Si sentiva agitato, emozionato, frastornato.
    Si fece coraggio, e suonò alla porta.
    Dopo poco, Rin aprì.
    R: ciao Yondo, benvenuto.
    Un bacio stampato sulle sue labbra gli rischiarì le idee.
    Y: ciao Rin. Queste sono per te.
    Le diede le rose. Un mazzo esageratamente grande di 73 rose rosse.
    R: ma grazie. Che dolce che sei. Ma non credi di aver esagerato!?
    Y: ma che dici!? Per te questo ed altro.
    R: prego accomodati.
    Yondo entrò, e la porta si richiuse alle sue spalle...
     
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  10. Alex To Mars
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    CITAZIONE (Yondaime H0-Kage @ 18/12/2014, 09:58) 
    CAPITOLO 10

    I giorni continuavano a passare, e Yondo e Rin continuavano ad incontrarsi, tutti i giorni, alla stessa ora, allo stesso bar, sempre il solito tavolo.
    Così come un germoglio spunta dal terreno e cresce, trasformandosi da seme in pianta, se annaffiato regolarmente ed accudito con passione, allo stesso modo il seme della passione tra i due ragazzi aveva germogliato, era cresciuto e stava sbocciando in uno splendido fiore chiamato amore.
    Amore. Quel turbinio di emozioni, quel pout pourri di sentimenti che ci travolge senza che ce ne accorgiamo, come un mare calmo che diventa d'un tratto tempestoso, portandoci via dalla sicurezza della spiaggia, conducendoci al largo, facendoci sentire sperduti. Una tempesta che poi si calma e ci accorgiamo che altro non è che un vento caldo che ci accarezza, dondolati dalle dolci onde del mare.
    Un insieme di pensieri, emozioni, sensazioni, che sfociano in 2 parole. Ti amo.
    Ti amo.
    Questo fu ciò che Yondo le disse, dopo averla abbracciata. In risposta non udì la stessa cosa, ma ebbe un bacio che non lasciava nessun dubbio su quali fossero i sentimenti di Rin nei suoi confronti.
    Y: che ne dici se stasera ti porto a cena fuori? Non sai quanto mi farebbe piacere.
    R: farebbe molto piacere anche a me, ma non posso. Devo assolutamente andare a casa.
    Y: peccato.
    R: già. Però...
    Si fece tutta rossa in faccia.
    Y: Però?!
    R: però...se vuoi...potresti venire a cena da me.
    Y: dici sul serio?
    R: s...si. Stasera sono a casa da sola, e potrei cucinare per te.
    Y: sarebbe fantastico.
    R: ok, allora ti aspetto da me per cena.
    Y: non mancherei per niente al mondo.
    Rin spiegò a Yondo come arrivare a casa sua, gli diede un ultimo bacio e si avviò verso casa. Lui la seguì con lo sguardo, con aria sognante ed innamorata.
    Tornando verso piazza BioShout, si sentiva leggero come una piuma, tutti i suoni erano ovattati, vedeva le persone ma in realtà vedeva solo la strada. Ah l'amur, che effetto che fa. E sul viso, stampato un sorriso.
    Si preparò per la serata, doccia, barba, abiti puliti (ogni tanto, sapete com'è), bello come il sole, i pantaloni di vigogna...ma aveva dimenticato il Lucano.
    Una buona mezz'ora prima dell'appuntamento, s'incamminò seguò le indicazioni che la sua amata le diede. Nel tragitto incontrò Fantachimera e Unamico che stavano andando a fare bisboccia (nel senso di 2 bocce di vino a testa) in un bar.
    F: heilà Yondo.
    Y: hei Bestia. Ciao Una.
    F: assoreta.
    U: ciao Yondo. Dove te ne vai? Tutto bello pulito e profumato che non è da te? Vuoi venire a bere un goccio con noi?
    Y: no grazie, ma per stasera ho altri programmi ragazzi.
    F: a si? Ovvero?
    Y: vado a cena da Rin.
    U: ma dai!? E bravo il nostro Yondo. Cenetta romantica eh?
    Y: hem...hu...si, direi di si.
    F: brava la mia bestia, ti ho cresciuto proprio bene.
    U: taci Fanta, che vai ancora appresso a Michina.
    F: ma dai Una, lo sai che la mia Michina è la mia Michina.
    U: comunque Yondo, cosa le stai portando?
    Y: mmmm in che senso?
    U: Yondo non ci si presenta mai da una ragazza a mani vuote, soprattutto se t'invita a cena da lei.
    Y: ah giusto, non ci avevo pensato.
    F: e ti pare! Dai che ti consiglio io.
    U: taci Fanta, che tu sei abituato a portare a Michino mazzetti di frustini e simili.
    F: ma Una!
    U: Yondo, prendile un bel mazzo di rose, rosse mi raccomando. Ed in numero dispari. Semplice, classico, elegante e romantico.
    Y: grazie Una, sei un amico. Tu Bestia sei uno zozzone hehe.
    F: tu quoque, fili mii!!!
    Dopo una breve deviazione verso il fioraio del villaggio, Yondo giunse di fronte casa di Rin.
    Si sentiva agitato, emozionato, frastornato.
    Si fece coraggio, e suonò alla porta.
    Dopo poco, Rin aprì.
    R: ciao Yondo, benvenuto.
    Un bacio stampato sulle sue labbra gli rischiarì le idee.
    Y: ciao Rin. Queste sono per te.
    Le diede le rose. Un mazzo esageratamente grande di 73 rose rosse.
    R: ma grazie. Che dolce che sei. Ma non credi di aver esagerato!?
    Y: ma che dici!? Per te questo ed altro.
    R: prego accomodati.
    Yondo entrò, e la porta si richiuse alle sue spalle...

    Fantastico, vai Yondo che sta volta ci becchi!
    And remember :oppai:
     
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    speriamo in bene :ciao:
     
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    CITAZIONE (hanamichi @ 29/12/2014, 17:23) 
    E siamo giunti al capolinea.
    Esattamente 73 giorni dopo l'uscita del PROLOGO, le avventure di Yondo hanno trovato una fine.
    E' stato un viaggio lungo, estenuante, fatto di alti e di bassi, di momenti epici e di altri di vuoto, come può capitare in ogni opera.
    Vorrei ringraziare i miei accaniti fens che in tutto questo tempo mi hanno supportato, sopportato ed insultato :saske:
    Un sentito grazie va anche a tutti colori che volontariamente o non hanno ispirato quest'opera di si tale rara bruttezza bellezza.
    Il grazie più grande va al nostro protagonista, che riposi in pace :u.u:
    L'opera prima del sommo Hashi Shinfumo termina qui e vi saluto promettendovi che mai più riprenderò questo schifo capolavoro.
    Ed ora non perdetevi l'ultimo epico capitolo di Yondo, il manga del tanga.
    Buona lettura.

    CAPITOLO 12

    “Yondo! Yondo! Svegliati Yondo! Alzati! Yondo! Yondoooooooo...”
    Riconoscendo la voce di Fantachimera, aprì gli occhi, ma subito rimase inorridito.
    Y: lasciamo stare, lurido sudicione. Tornatene a fare le tue zozzerie con Michino e Sbuky e non toccarmi mai più!
    F: Yondo, ma di cosa stai parlando?
    Y: si, ora fai il finto tonto, come se non ti avessi visto poco fa sulla poltrona mentre eri intento nel tuo triangolo amoroso! Zozzo!
    F: poltrona? Triangolo amoroso? Ma sei impazzito? Siamo in piazza, vedi delle poltrone? Panchine si, ma vedi delle poltrone?
    Y: cosa, in piazza? Ma non siamo a casa di Rin?
    F: ma tu stai davvero male!? Stavi andando a casa di Rin quando sei svenuto e caduto a terra. Non hai fatto nemmeno 5 metri. Cos'è, l'emozione ti ha fatto un brutto scherzo?
    Y: stai dicendo sul serio? Quindi mi sono sognato tutto?
    F: senti, non so cosa la tua testa pervertita e bacata sia riuscita ad immaginare, ma guardati intorno. Siamo in piazza, siamo tutti qui, non ci siamo mossi di una virgola. E, tra l'altro, non sei in ritardo per il tuo appuntamento?
    Y: ritardo? O cacchio. Devo correre da Rin. Scusami Fanta ma devo scappare, poi ti racconto del mio sogno.
    F: (come se me n'importasse)...certo certo, poi mi racconti tutto, ora però vattene.
    Y: ciao Fanta, ci vediamo.
    Un sogno. Fu tutto un sogno, un incubo anzi. D'altronde, la dolce Rin non poteva essere la persona che aveva appena sognato.
    Yondo si diresse verso casa di Rin a passo svelto, svelto ma non di corsa, onde non favorire troppo la traspirazione della pelle che altrimenti avrebbe creato quello sgradevole fenomeno che in gergo viene chiamato “ascella pezzata”. Finchè arrivò davanti la porta di casa.
    Bussò, in uno stato misto di ansia e paura, con l'ancor fresco ricordo del sogno appena fatto. E la porta si aprì.
    Rin lo accolse con un sorriso splendido.
    R: benvenuto. Non vedevo l'ora che arrivassi. Vieni, accomodati.
    F: si grazie. Scusa per il ritardo, ma ho avuto...un contrattempo, ecco.
    R: naaaa tranquillo, non c'è problema.
    E lo baciò appassionatamente, accompagnandolo poi verso il salone.
    Proprio come nel suo sogno, Yondo rimase sbalordito ed a bocca aperta. Ma stavolta fu una piacevole sorpresa. La stanza era illuminata unicamente da candele sparse ovunque, a centrotavola un candelabro a 5 bracci ed il tavolo imbandito con leccornie che il nostro amico mai aveva assaporato prima d'ora (il barbùn).
    Y: Rin...è stupendo...ah a proposito, scusa, che scemo che sono. Queste sono per te.
    Le porse le rose, che la ragazza prese con estremo piacere e le ripose in un vaso di cristallo nella stanza.
    Poi si sederono ed iniziarono la cena con un calice di vino, brindando a loro due ed a quella serata.
    Y: Ma davvero hai preparato tutto tu?
    R: certo. Cucinare mi piace molto, e poi cucinare per te è stato un vero piacere. Sono stata tutto il giorno a preparare in attesa di questo momento.
    Y: che dolce che sei. E' tutto così bello che quasi mi dispiace doverlo mangiare.
    R: ma sai, il piacere di mangiare comincia mangiando con gli occhi.
    Y: a si? Non lo sapevo. Allora buon appetito.
    E cominciò a mangiare, con gli occhi, proprio come gli aveva appena detto la sua amata. Il tonto però non capì che quella di mangiare con gli occhi era una sorta di metafora, voleva dire che anche l'occhio voleva la sua parte, che il piacere del palato va accompagnato al piacere degli occhi, invece no! Lui la prese letteralmente alla lettera, e s'infilò 2 carote sottaceto negli occhi.
    Y: questa cosa di mangiare con gli occhi...per me è nuova. Sono sicuro che col tempo imparerò ad apprezzarla, ma per il momento credo che preferirò il mangiare normale.
    R: ma dai, sei sempre il solito scemo, sempre a voler scherzare e giocare hehehe. Togliti quelle carote dagli occhi, su.
    Y: scherzare? Eh si, lo sai che sono uno zuzzurellone hehehe.
    E si sfilò le carote, mostrando 2 occhi arrossati e gonfi di lacrime.
    La cena, quella vera, finalmente iniziò, e filò liscia senza altri disguidi, tra antipasti vari, primo, secondo, contondo...hem, contorno.
    Finita la cena Rin si alzò, andò alle spalle di Yondo e gli disse all'orecchio di mettersi comodi sul divano per gustare il dolce.
    Yondo non se lo fece ripetere 2 volte e, travisando le parole della ragazza, si indirizzò verso il divano iniziando a sganciarsi la cintura e sbottonarsi i pantaloni.
    R: ma cosa stai facendo?
    Y: quello che hai detto tu! Mi sto mettendo comodo per gustarmi il dolce.
    R: e c'è bisogno di sbottonarti i pantaloni per questo?
    Y: e certo, altrimenti come potremmo gust....ah....ti stavo prendendo in giro un'altra volta, sciocchina hehehe.
    R: hum, quasi quasi stavolta ci cascavo.
    Y: ma no, ma che pensi, per chi mi hai preso hahahaha (porca zozza stavo peffà na cazzata).
    Lui si sedette sul divano, lei sparì dietro la porta per tornare un minuto dopo con il dolce ed una bottiglia d'amaro Iaghermaister...Ieghermaister...Giaghermaister...insomma quello la, come si dice si dice, sono fatti miei.
    Anche il dolce e l'amaro se ne andarono via, in compenso arrivò un cinghiale sullo stomaco di Yondo, dopo tale mangiata, che manco un barattolo formato famiglia di brioschi l'avrebbe aiutato a digerire. Rin gli si avvicinò...
    R: ho voglia di te.
    Y: scusa Rin, ma almeno su questo abbiamo gusti differenti. Io preferirei un caffè.
    R: ma no, non hai capito. Ho voglia di te.
    Y: e ho capito, ma io preferirei un caffè. Poi oh, se insisti, vada per il te.
    R: dai, basta scherzare. Vieni con me Yondo, andiamo in camera mia.
    Y: ma la cucina non è di la? Che fai il te in cam...aaaaaaaaaahhhh, hai voglia di te...me!?
    R: e già hehe caro il mio sciocchino, seguimi.
    Gli diede un leggero bacio, lo prese per mano e lo condusse al piano di sopra, verso la sua camera da letto. Aprì la porta, lo fece entrare e la richiuse dietro di loro.
    E si, quella notte, finalmente, Yondo e Rin fecero l'amore. Ma com'è prassi in questi casi, ciò che succede in camera da letto rimane in camera da letto...se si chiudono porte e finestre, altrimenti qualcuno potrebbe vedervi. Ma visto che i 2 ragazzi chiusero la porta e le tende alle finestre, a voi non è dato sapere cosa accadde esattamente, anche se vorreste saperlo. Non vi dirò nemmeno che la prima volta Yondo durò ben 73 secondi, compreso il tempo di denudarsi. E già.
    Nel cuore della notte, Yondo ronfava beato a panza all'aria e bolla al naso. Al suo fianco, Rin lo guardava con occhi languidi.
    Risvegliato dall'esplosione di una bolla, il ragazzo si guardò intorno spaesato, finchè non incrociò lo sguardo di Rin.
    Y: hei, che c'è? Perchè quella faccia?
    R: devo parlarti Yondo.
    Y: di cosa?
    R: c'è qualcosa che ti ho nascosto, e che devi assolutamente sapere. Anche se questo potrebbe cambiare le cose tra di noi.
    Y: lo sai che puoi parlarmi di tutto e dirmi qualsiasi cosa. Ciò che provo per te non potrà mai cambiare.
    R: si ma prima devi ascoltare ciò che ho da dirti. Ricordi che quando ci siamo conosciuti ti dissi che potevi chiamarmi Rin? E che sono figlia di Giacomo il portiere del villaggio?
    Y: certo che lo ricordo, come potrei dimenticare quel giorno.
    R: bè, devi sapere che il mio nome non è Rin, o meglio, Rin è un diminutivo. Io in realtà sono...Rinata dal futuro.
    Y: cosa? Dal futuro? Non dirmi che...?
    R: si, hai capito bene.
    Y: quindi tu hai una Delorean? Ti prego, fammici fare un giro. Vorrei poter tornare al giorno in cui il dottor Michino mi visitò per avvertire me stesso di farsi fare anche la visita alla gola. Effettivamente da quel giorno ho un dolorino che non se n'è mai andato.
    R: Yondo smettila. A volte davvero non capisco se sei scherzi o se sei seriamente imbecille.
    Y: più la seconda ma tu continua a pensare la prima. Ma, com'è possibile che tu venga dal futuro?
    R: mio padre si è inventato questa cosa dei viaggi temporali ed ha deciso di mandarmi nel passato.
    Y: (quindi una Delorean esiste davver, devo assolutamente trovarla). E perchè saresti venuta in questo tempo, e perchè da me?
    R: nel mio tempo, noi due siamo sposati, siamo moglie e marito ed abbiamo 3 figli, Dado, Bullone e Rondella. Però un giorno arrivò nel nostro villaggio un tizio che disse in giro che in realtà lui era mio padre, ed anche tuo padre.
    Y: com'è possibile? Quindi io e te...
    R: si, io e te siamo moglie e marito, ma anche fratello e sorella. Mia madre e la tua alla fine hanno confessato i loro misfatti.
    Y: e quest'uomo chi è?
    R: nostro padre, il nostro padre biologico, si chiama Caciara, ed ha infatti mandato in caciara tutte le cose nel nostro villaggio.
    Una volta scoperta tutta la verità, tu sei stato condannato a morte per incesto. Al nostro tempo le pene sono estremamente severe a riguardo.
    A seguito della tua morte io stavo impazzendo, mi sono strappata tutti i peli delle nocche delle mani e dei piedi. Mio padre, quello che ritengo il mio vero padre, Giacomo, non riusciva più a sopportare di vedermi in quello stato pietoso (e tra l'altro io stesso ammetto che fosse uno spettacolo alquanto schifoso) così si è inventato i viaggi nel tempo e mi ha mandato qui da te, per metterti a conoscenza di Caciara.
    Y: ma scusa Rin, ok, ora so che in giro c'è Caciara, e va bene. Ma io e te...siamo innamorati no? Ed abbiamo fatto l'amore. Quindi, cos'è cambiato?
    R: hai ragione Yondo, mi sono dimenticata che mio padre mi aveva anche consegnato un messaggio da darti, nel caso in cui noi ci fossimo comunque innamorati. Il messaggio diceva “Yondo, usa la forza...ed il preservativo, così non avrai figli”. In questo modo, non ci potranno mai essere prove del nostro amore, se nessuno ci vede.
    Y: ma riscusa Rin, tu mi hai detto che avevi preso la pillola!?
    R: ops, era per il mal di testa quello. Che tonta, si vede che a stare troppo tempo vicino a te mi hai contagiata.
    Y: ed ora cosa possiamo fare?
    R: non lo so Yondo, ormai sono incinta.
    Y: hei non correre, come fai a dire che sei incinta? Non ne hai certezza?
    R: ma le donne certe cose se le sentono. Ormai dovrai occuparti di me e del tuo bambino.
    Y: veramente ci sarebbero altre alternative sai? Andare all'ospedale, rivolgerci ad un dottore, magari fare prima un test per la gravidanza per vedere se sei effettivamente incinta.
    R: non ci resta altro da fare che scappare via. Scapperemo in un altro villaggio, cambieremo nome, vivremo per sempre insieme e cresceremo i nostri bambini all'aria aperta.
    Y: Rin, non ti sembra di correre un po' troppo?
    R: correre, giusto, dobbiamo correre e sbrigarci ad andare via. Le mie valigie sono pronte, vestiamoci ed andiamo.
    Y: ma Rin...
    R: Yondo, tu mi ami?
    Y: certo che si. Solo che questa cosa, così all'improvviso...
    R: anch'io ti amo, ed ho fatto tutto questo solo per stare con te, avere una seconda occasione per vivere insieme, felici, senza nessuno che si possa intromettere tra noi. Quindi ora ti chiedo di seguirmi.
    I suoi occhi pieni di lacrime, la sua voce rotta dai singhiozzi. Yondo non seppe resistere, quindi si alzò, si vestì, una volta che Rin fu pronta presero le valigie e nel cuore della notte fuggirono dal villa delle AnimePovereDebosciate verso orizzonti misteriosi.
    Il giorno dopo ed i giorni a seguire tutti si resero conto della sua assenza, ma nessuno se ne fece un problema e nessuno pensò a cercarlo.
    Nei mesi successivi Yondo e Rin si stabilirono nel paese di (non posso dirlo, è top secret). Yondo cambiò il suo nome in Brondo ed ottenne un posto di lavoro come centralinista in un call center (in nome omen), Rinata cambiò invece in Rintronata, e si dedicò ad allevare i loro figli di giorno e fare baldoria con gli amici di notte, lasciando Yondo...no scusate, Brondo, al suo posto.
    Negli anni il nostro amico Yondo/Brondo partorì con dolere 3 figli, appunto Bullone, Dado e Rondella, e si, avete capito bene, Yondo partorì con dolore. Ancora nessuno sa in base a quale legge della biologia ci riuscì, ma fece per ben 3 volte il miracolo di far passare un cocomero per un buco grande come un'oliva o poco più. Se questo non è dolore, ditemi voi.
    Ciò che Yondo non seppe mai e non ne venne mai a conoscenza, era che Rin in realtà non era altro che un'approfittatrice, una scalatrice sociale, una nullatenente che non cercava altro che un uomo che la mantenesse e le facesse fare una vita agiata (e con Yondo ha fatto centro, si si, già già).
    Rinata dal futuro non esisteva, Giacomo il portiere si, gli ho dato anche 5 euri di mancia per Natale, Caciara non si sa, forse si, forse no.
    Fatto che sta che la storia di Rinata dal futuro è un'invenzione pazzesca a cui solo Yondo avrebbe potuto credere? O forse no!?
    Così si concluse la sua vita, basata su bugie, false verità e menzogne, con una moglie che in realtà non conosceva e con 3 figli che in realtà...non erano nemmeno i suoi!
     
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  13. Alex To Mars
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