YONDO, il manga del tangaLe tristi (dis)avventure di uno scarso

Si ringrazia l'utente hanamichi per aver creato "dal nulla" questa storia di fantasia

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  1. Yondaime H0-Kage
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    CAPITOLO 9
    Fu un periodo buio quello che Yondo attraversò, vagò nell'oscurità per giorni, finchè finalmente non venne risolto il guasto che causò il blackout in tutto il villaggio.
    Il nostro protagonista in quei giorni era perennemente sbronzo, sbronzeggiava con tutti e tutte, iniziò a soffrire di schizofrenia e personalità multiple, ora era Yondo, ora era il sindaco di yondolandia, ora era un famoso allevatore di lumache (solo lui si credeva di essere famoso). Per di più, per tappare quel vuoto nel suo cuore (ma buon per lui non nel suo deretro), iniziò a provarci con tutte e tutti, e quando dico tutte e tutti intendo proprio tutte e tutti; ogni donna che incontrava non sfuggiva alle sue molestie, ma anche ogni uomo, e peggio ancora, ogni cane ed ogni cavallo, ogni essere vivente che si parava sulla sua strada era vittima delle sue avanzose avance. Ci provò anche con un platano che era nella piazza, ma non trovando pertugi a lui favorevoli, desistette da si sacrilego intento.
    Solo Michina cercò di dargli un minimo di conforto, alla modica cifra di 73 pleuri (al cambio attuale 29 euro e 13 centesimi), ma quando si accorse che Yondo era sprovvisto di soldi lo trapanò con un ananas (con sommo piacere di entrambi).
    Da ciò mi torna in mente un antico detto paesano:

    In vino veritas
    In piedi adidas
    In bagno badedas
    In culo ananas.

    Sempre detto io che i vecchi di paese sono sempre stati un passo avanti.
    Il sole era ormai alto in cielo, i passeri volavano e cinguettavano allegri. Il nostro relitto umano fu svegliato da una sensazione d'umido sul viso; uno storno gli aveva appena defecato in faccia.
    Si alzò, ricordando ben poco degli avvenimenti degli ultimi giorni; si diede un'occhiata intorno, aveva i pantaloni ancora mezzi calati, vicino a lui giaceva l'ananas, con una faccina ridente disegnata su col sangue e sul retro un numero 1, di forma vagamente fallica, con su scritto il suo nome, Mikasa.
    Si recò alla fontana, si diede una sciacquata al viso ed iniziò a pensare a cosa gli era successo nell'ultimo periodo.
    Y: ma cosa sto facendo? Cosa sto facendo della mia vita? Sono solo, nessuno mi accetta, tranne il falegname che, quando ho cercato di ingropparmi sua famiglia, ha cercato di accettarmi un braccio.
    Cos'ho concluso finora? Niente. Non ho amici, se non a pagamento. Non ho una donna, mi hanno rifiutato tutte. Baffino, Zawie, Sbuky...Sbuky...la mia Sbuky...Mikasa, tu sei l'unica cosa di positivo che mi sia accaduta fino ad oggi.
    Ora basta, avanti Yondo, rialzati, fatti forza e riparti, non puoi lasciarti abbattere così dalle avversità.
    Rimase 73 minuti immobile a fissare il suo riflesso nell'acqua, finchè decise a muoversi.
    Y: ok, ho deciso, si riparte. Mi ributterò sulla mia fragolina cioccolatosa, Zawie.
    Nello stesso istante, in un luogo lontano, Zawie ebbe un brivido brividoso che la fece rabbrividire con ribrezzo e le sollevò tutti i peli delle braccia (ma anche quelli delle orecchie e del naso), ma non capì perchè.
    Y: Zawie, ti conquisterò!
    Allo stesso tempo, ogni volta che si ripeteva quella frase, sentiva nella sua testa la voce di Zawie, che suonava come un coro di angeli che gli diceva “Yondo, fottiti!”.
    Ogni giorno trascorreva tra una chiacchiera ed un'altra con i suoi amici, facendo discorsi idioti e senza senso (non solo Yondo ma anche gli altri, erano tutti un po' debosciati). Qualche volta, purtroppo troppo raramente, si faceva vedere anche Zawie, e come al solito, non appena la vedeva, il tonto ricominciava con i suoi fragolina cioccolatosa, cioccolatino fragoloso, fragolina champagnosa, ma in cambio non riceva altro che insulti, per il sommo gaudio degli altri ragazzi che assistevano a quel simpatico siparietto.
    Un giorno, mentre era in piazza ad aspettare che qualcuno dei suoi amici arrivasse, notò una ragazza camminare verso di lui. Lui la guardò col suo migliore sguardo allupato, lei lo fissò un attimo, fece un sorriso e lo salutò.
    Si guardò intorno, per vedere se ci fosse qualcuno intorno a lui a cui quel sorriso e quel saluto fossero destinati, ma era solo. Si, quella ragazza stava sorridendo proprio a lui.
    Facendosi coraggio e dopo aver contato fino a 73 prima di aprire bocca (il piccolo tondo stava crescendo) si avvicinò a lei e le rivolse la parola.
    Y: ciao, ci conosciamo? Io mi chiamo Yondo.
    R: ciao. Non credo ci siamo mai incontrati prima, chissà, magari in un'altra vita, chi può dirlo :blush: io mi chiamo...puoi chiamarmi Rin.
    Y: allora piacere di conoscerti Rin. Che poi cos'è, un soprannome? Un diminutivo? O cosa?
    R: diciamo di si, una cosa del genere. Piacere mio Yondo.
    Y: sai che non ti ho mai vista per il villaggio!? E si che sto tutti i giorni in giro, conosco quasi tutti, ma te davvero no.
    R: oh sai, non esco molto spesso di casa. Mio padre è un po' iperprotettivo nei miei confronti. Non so se lo conosci? Si chiama Giacomo, è il portiere del villaggio.
    Y: mmmmmm no, Giacomo, non credo di aver mai conosciuto nemmeno lui. Comunque Rin, che ne dici di andare a bere qualcosa?
    R: ah, ma non stavi aspettando qualcuno? Mi sembrava così.
    Y: si aspettavo degli amici, ma non è che avessimo un vero e proprio appuntamento. Spesso ci incontriamo qui per fare qualche chiacchiera, ma oggi non si è visto nessuno ancora. E poi, anche se arrivano e non mi trovano, non sarà mica la fine del mondo. Allora, che ne dici, ti va?
    R: ma certo. E poi mi fa piacere incontrare gente nuova ogni tanto.
    Y: ok, allora andiamo.
    Seduti ad un tavolino del bar, i 2 ragazzi passarono molto tempo a chiacchierare, a raccontarsi di lor, e stranamente Yondo evitò le sue solite domande del caso (qual'è il tuo colore preferito? Ti piacciono gli animali? Insomma, le solite cose). C'era come una sorta di alchimia tra i 2, si erano appena conosciuti ma era come se si conoscessero da sempre.
    A tardo pomeriggio Rin dovette andare via, ma lasciò Yondo con la promessa che si sarebbero rivisti il giorno dopo, alla stessa ora, nello stesso bar, e così fu il giorno seguente, e quelli che seguirono ancora.
    Qualcosa stava nascendo tra di loro, nessuno dei 2 ne parlava ma entrambi ne erano consapevoli. Quando parlavano si fissavano negli occhi, le loro dita a volte si sfioravano, quando erano insieme era come se il mondo sparisse ed esistessero solamente loro 2.
    Alla fine di quell'ennesimo giorno passato insieme, Rin si alzò per andare via. Yondo si alzò e le afferrò la mano.
    Y: Rin aspetta.
    Lei si girò, ed arrossì sentendo la sua mano calda.
    R: cosa c'è Yondo?
    Y: c'è una cosa che devo dirti prima che tu vada via. Vedi Rin...
    R: dimmi.
    Y: Rin... volevo...volevo...Rin...mica avrai il pene?
    R: Yondo ma che cazz....
    Y: no no dai, stavo scherzando, lo sai che sono un idiota hehehe (ma dopo gli eventi passati sempre meglio accertarsi di certe cose -.- ). No Rin, volevo dirti una cosa, seriamente.
    R: ok, dimmi però.
    Y: io...
    Yondo la avvicinò a se e la baciò. Fu un bacio lungo, delicato, pieno di emozioni. Un bacio che Rin ricambiò allo stesso modo.
    Y: Rin, mi piaci molto, davvero.
    R: anche tu Yondo, mi piaci tanto.
    Tutta rossa in viso, Rin si voltò e se ne andò.
    R: ci vediamo domani Yondo.
    Le disse con il sorriso più bello che il ragazzo avesse mai visto.
    Y: a domani Rin.
    Le rispose lui, con il tono più dolce che sia mai riuscito ad avere.


    eccolooooo :ciao:
     
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13 replies since 19/11/2014, 12:13   159 views
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